ARCEVIA – Lutto in Vaticano e nel paese dei nove castelli, Arcevia, dove è giunta la notizia della morte del cardinale Elio Sgreccia. Avrebbe festeggiato il suo 91esimo compleanno proprio domani colui che è considerato il padre della bioetica cattolica italiana ma anche uno dei massimi esperti a livello internazionale.
Elio Sgreccia era infatti nato 90 anni fa, il 6 giugno 1928, a Nidastore, frazione di Arcevia. Figlio di contadini, dopo l’infanzia nel comune tra la valle del Misa e l’appennino umbro-marchigiano, venne ordinato sacerdote nel 1952, poi gli studi di lettere fino all’incarico presso l’Università Cattolica di Roma, prima come assistente, poi come docente alla neo istituita cattedra di bioetica: è la prima, in Italia. Nel 1992 viene ordinato vescovo (consacrato nel 1993) da Giovanni Paolo II, poi diventa segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Nel 2010 diviene cardinale sotto il pontificato di papa Benedetto XVI. Dell’Accademia per la Vita è stato presidente emerito sino alla morte, avvenuta oggi.
La notizia ha gettato un’ombra di sconforto anche nella “sua” Arcevia che, durante la seduta consiliare dell’11 agosto 2017, aveva conferito al cardinale Elio Sgreccia la cittadinanza onoraria “per l’alto profilo umano, morale e religioso, per l’attività scientifica nel campo della Bioetica, che ha dato lustro all’Italia, per il legame che ha saputo mantenere con il territorio e la comunità di Arcevia”.
«Era un uomo molto legato a Nidastore e al territorio arceviese – racconta l’ex sindaco di Arcevia, prof. Andrea Bomprezzi – nonostante tutti gli impegni come personalità di alto rilievo a livello internazionale. Ogni anno fino al 2017 tornava qui, dove erano le sue origini, segno di quell’umiltà che lo ha sempre contraddistinto. Per questo territorio, che amava moltissimo, ha organizzato diversi convegni sui temi della famiglia e della vita a cui invitava vari esperti del settore della bioetica, di cui era uno dei massimi esponenti nel mondo. Grazie al sostegno della comunità Papa Giovanni XXIII e alla diocesi di Fano – Fossombrone – Cagli – Pergola era riuscito a far ristrutturare due appartamenti a Nidastore per due case famiglia, in cui erano ospitati giovanissimi con un grave passato domestico alle spalle. Un forte impegno verso la famiglia, la vita, la fede che si può dire essere riuscito a coniugare alla scienza: per questo era molto rispettato anche da chi aveva idee diverse. Davvero una grande perdita».