ANCONA – Nuova manifestazione dei Fridays For Future ieri ad Ancona. I ragazzi che protestano per il clima si sono ritrovati in via Marconi, questa volta per criticare la scelta dell’amministrazione comunale di tagliare alcuni alberi del quartiere Archi, «centenari», come evidenziano i giovani, per sostituirli «con piccoli arbusti».
Un flash mob, che si è svolto in occasione del GlobalDayofAction, durante il quale hanno inscenato il funerale dei platani di via Marconi, di cui si è deciso l’abbattimento all’interno del progetto di riqualifica del quartiere e hanno voluto far “parlare” questi alberi, attaccando sui tronchi dei piccoli cartelli. Una manifestazione per rilanciare tematiche di importanza globale, quali la tutela della biodiversità e la riduzione delle emissioni legate al trasporto, partendo da casi concrete cittadini.
E in via Marconi i giovani hanno chiesto alla giunta comunale «una migliore gestione del verde urbano, un ripensamento della mobilità pubblica e un drastico abbattimento del impatto ambientale dell’attività portuale». «Il taglio dei platani – spiega Emiliano Stazio del circolo di Legambiente il Pungitopo – è solo la dimostrazione che il verde urbano è abbandonato a se stesso». Il vero problema sostiene «è che il team di esperti scelti dal comune è guidato da un allergologo che per quanto bravo nel suo lavoro quanto ne può sapere di Piante Forestali? E difatti il progetto PIA (Progetto Inquinamento Atmosferico) ha bocciato la sostituzione dei suddetti platani con essenze forestali tipiche della nostra area come ad esempio dei lecci degli aceri o dei bagolari, perché ritenuti, ingiustificatamente, scomodi e di difficile gestione».
A finire nel mirino dei Fridays anche la pista ciclabile, «realizzata senza alcun piano concreto per la mobilità dolce, caratterizzata da innumerevoli interruzioni e pericolosi sali e scendi dai marciapiedi non che attraversamenti di trafficati raccordi del traffico urbano e di fatto completamente smantellata ad un anno dalla sua realizzazione. Che il comune non abbia un vero progetto per ridurre il traffico urbano e promuovere un altro tipo di mobilità meno dipendente dai combustibili fossili lo testimonia anche lo smantellamento dei binari della stazione marittima».
Secondo il gruppo la chiusura della Stazione Marittima «è l’emblema della mancanza di visione delle ultime amministrazioni comunali targate Mancinelli – riferisce Alessio Moglie di Altra Idea di Città -. Da anni sosteniamo il progetto di metropolitana di superficie, che consentirebbe di lasciare i mezzi propri fuori città e raggiungere il centro in treno. Le strutture ci sono, basterebbe non smantellarle e fare una scelta con prospettiva futura. Forse chiediamo troppo a chi continua a costruire parcheggi multipiano in centro o a cementare il porto per l’arrivo di grandi navi».
Il porto, una delle principali fonti di inquinamento cittadino, secondo i promotori del falsh mob, «necessiterebbe urgentemente di piani per l’elettrificazione delle banchine e di progetti per dirottare su rotaia il traffico delle merci.
Purtroppo il comune di Ancona a guida Mancinelli continua ad andare in tutt’altra direzione, appoggiando i progetti di ampliamento del molo Clementino che porteranno alle porte della città mostri ecologici quali le grandi navi da crociera. A tutto questo Fridays For Future propone un piano alternativo basato sulla tutela del verde e della biodiversità, che promuova una mobilità pubblica elettrificata affiancata da piste ciclo-pedonali e carsharing, dove il porto smetta di essere solo un’industria fossile sotto il controllo di Fincantieri e dell’autorità portuale ma accolga anche iniziative civiche che ne promuovano il valore storico culturale».