ANCONA – La sequenza sismica che ieri mattina si è scatenata con una scossa di magnitudo 5.7 che ha colpito al largo della costa pesarese, ha risvegliato la paura nella popolazione delle Marche in cui la ferita del terremoto del 2016, che ha portato morte e devastazione, è ancora ben aperta.
Nel capoluogo marchigiano in tanti hanno ricordato i terribili momenti vissuti nel terremoto del 1972 e dopo il boato della prima scossa, avvenuta alle 07:07 seguita da movimento ondulatorio, si sono riversati nelle strade per paura. Alcune persone sono cadute, altre sono rimaste colpite da oggetti e sono dovute ricorrere alle cure del Pronto Soccorso dell’ospedale regionale di Torrette (Ancona), mentre altre ancora hanno avuto crisi di panico. Più di mille le chiamate al 112 nell’imminenza dell’evento.
Un risveglio traumatico, quello di ieri mattina, nelle Marche che ancora si devono riprendere dall’alluvione che il 15 settembre ha devastato Senigalliese e Pesarese, provocando 12 vittime accertate, una persona ancora dispersa (Brunella Chiù) e danni ingenti. A neanche due mesi di distanza, a presentare il conto questa volta, praticamente nelle stesse aree devastate dall’alluvione, è il sisma che arriva sei anni dopo quello che aveva distrutto l’entroterra Ascolano e Maceratese.
Se nel sisma del 2016 però le scosse ebbero una intensità maggiore con la magnitudo massima che raggiunse i 6.5 gradi sulla scala Richter, il terremoto avvenuto ieri al largo della costa Pesarese è stato avvertito distintamente non solo in tutte le Marche, ma anche nelle regioni limitrofe, come Emilia Romagna, Lazio, Toscana, fin su al Veneto.
Secondo l’Ingv la prima scossa, quella di magnitudo 5.7, è stata la più forte registrata da 100 anni a questa parte nell’area colpita. A questa è seguita una lunga sequenza sismica che alla mezzanotte contava quasi 80 scosse.
La Regione Marchesi è subito mobilitata ed ha riunito il Cor, Centro operativo regionale: il governatore Acquaroli era rimasto in contatto stretto sia con il capo della Protezione civile nazionale Fabrizio Curcio che con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Anche oggi ad Ancona e Pesaro scuole sospese per il completamento delle verifiche.
Dopo che ieri Villa Maria ad Ancona, sede di ambulatori e uffici del Salesi. era rimasta chiusa prudenzialmente, oggi ha riaperto i battenti, visto che i controlli dei vigili del fuoco è risultata fruibile.
L’appello degli ingegneri per l’adeguamento sismico degli edifici
Dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Ancona, arriva l’appello all’adeguamento sismico degli edifici pubblici e privati. «Le scosse di terremoto che abbiamo avvertito non sono altro che l’ennesima dimostrazione della fragilità del nostro territorio – sostiene Stefano Capannelli presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Ancona -. In quanto Ordine degli Ingegneri della provincia di Ancona stiamo monitorando la situazione, consapevoli della necessità di tenere alta l’attenzione sul fenomeno della vulnerabilità sismica dei nostri edifici».
L’appello di Capannelli è quello a «fare investimenti fare investimenti sul miglioramento e adeguamento sismico degli edifici pubblici e privati. Si tratta di lavori difficili e spesso impattanti – conclude Capannelli – ma necessari. In questo caso, nel riordino dei sisma ed ecobonus in corso, possono essere importanti gli incentivi per i consolidamenti dei fabbricati». «La sicurezza – rimarca – non va mai trascurata».
In Prefettura ad Ancona il Centro Coordinamento Soccorsi
La Prefettura di Ancona, che ieri ha convocato, fin dai primi momenti successivi al terremoto, il Centro Coordinamento Soccorsi, ha fatto sapere che «allo stato si rilevano modesti danni al territorio provinciale anche se alcuni edifici anche di strutture pubbliche necessitano di ulteriori sopralluoghi finalizzati ad evitare pregiudizio per la sicurezza e l’incolumità delle persone».
Inoltre, è stata attivata la Sala Operativa Integrata per la provincia di Ancona in stretto contatto con la Soup. Le attività di monitoraggio proseguono.