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Mercato delle erbe, i 5 Stelle: «Scempio solo per fare cassa»

È l'accusa del partito pentastellato alla Giunta, che domani si riunirà in Consiglio Comunale per l'apporvazione della variante parziale al PRG per la riqualificazione con cambio d’uso dell'edificio. I 5 Stelle invitano i cittadini e le associazioni ad intervenire

Il Mercato delle Erbe di Ancona
Il Mercato delle Erbe di Ancona

ANCONA- Domani, martedì 18 settembre, in Consiglio Comunale sarà approvata definitivamente la variante parziale al PRG per la riqualificazione con cambio d’uso del Mercato delle Erbe. Il Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle parla di scempio e propone la mobilitazione. Lo fa con una lettera aperta, indirizzata anche al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, appellandosi a tutti i cittadini e alle associazioni affinché intervengano a Palazzo degli Anziani domani alle 14.30. L’obiettivo dell’Amministrazione comunale è di rendere il Mercato delle Erbe un presidio della marchigianità, in particolare nel campo enogastronomico, con un’offerta che spazia dal prodotto alimentare di qualità, alla piccola ristorazione e al piccolo intrattenimento, il tutto in una logica di promozione e riqualificazione del centro storico della città. Secondo i pentastellati la riqualificazione del Mercato di corso Mazzini è necessaria per farlo divenire anche un centro di aggregazione socio-culturale e per valorizzare le peculiarità storico-artistiche dell’edificio in stile Liberty. Ma la variante al P.R.G. rischia di stravolgere il mercato, denigrandolo a centro commerciale.

«Il Mercato delle Erbe di Ancona venne costruito negli anni venti del secolo scorso dagli operai del cantiere navale, utilizzando in parte il ferro delle navi austriache cedute all’Italia in risarcimento dei danni della prima Guerra Mondiale, è in pregevole stile Liberty di indubbio valore artistico e architettonico e inoltre nel sottosuolo sono stati rinvenuti numerosi mosaici di epoca romana. Per questi motivi l’edificio e il sottosuolo sono vincolati dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo- spiegano i consiglieri-. Dietro la scusa della riqualificazione, quello che la Giunta Mancinelli vuole autorizzare è lo scempio del Mercato delle Erbe, solo per l’esigenza di fare cassa il più possibile».

La variante prevede un ampliamento del 25% del balcone al piano primo, pari a 543 mq in più. Il piano terra invece si sviluppa su una superficie di 1.547 mq e attualmente è adibito a mercato.

«La Giunta Mancinelli ha sbagliato i conti, o sta facendo finta di non vedere, perché quell’aumento porta alla quasi completa chiusura del piano primo. Se, infatti, alla superficie attuale del piano primo, pari a 622 mq, aggiungiamo il previsto aumento di 543 mq, lo spazio aperto si ridurrebbe di oltre l’80%. In pratica rimarrebbe un affaccio dalla balconata su un atrio di appena 11,5 x 10 metri circa, alto 14,5 metri, che stravolgerebbe l’aspetto estetico e spaziale dell’intero volume interno- specificano i pentastellati-. Non paga la Giunta Mancinelli propone di declassare di ben due categorie la tipologia di intervento permessa: non più “Restauro” – categoria CPI 1, richiesto normalmente per edifici vincolati dal Codice dei Beni Culturali, come il Mercato è, ma neanche “Risanamento conservativo” – categoria CPI 2, previsto “per edifici che, pur non presentando particolari pregi architettonici ed artistici, costituiscono parte integrante del patrimonio edilizio”, quindi solo “Ristrutturazione edilizia con vincolo parziale di integrità della facciata” – categoria CPI 3, che mantiene la sola salvaguardia delle pareti esterne,  mentre permette il completo stravolgimento dello spazio interno.

L’interno del mercato delle Erbe

Non si considera neanche che il corposo ampliamento necessita di fondazioni non certo modeste, con scavi su un terreno anch’esso vincolato dalla Soprintendenza Archeologica per “rischio archeologico”, in quanto in corrispondenza dell’antica città greco-romana e medievale, con ulteriore distruzione, questa volta di reperti archeologici. Né viene considerato che ulteriori 543 mq di locali commerciali acuirebbero le già gravi criticità del centro storico: carenza di parcheggi, problemi di carico e scarico e accesso dei mezzi di soccorso per la gestione delle emergenze. Non permettiamo che per pochi denari sia svenduta la bellezza e la storia di Ancona».