ANCONA – Per cercare di raggiungere la parità tra donna e uomo «sono state tante le battaglie femminili e femministe avvenute negli ultimi 70 anni. Oggi abbiamo un assetto giuridico che garantisce i diritti e tutela le donne vittime di violenza, ma un vero cambiamento culturale non c’è ancora stato e permangono stereotoipi di genere che ci portiamo avanti da millenni». Lo evidenzia nella Giornata Internazionale della Donna, Laura Gaspari, referente area violenza di genere per Marche, Abruzzo e Molise, della cooperativa sociale On the Road, che si occupa di tratta e sfruttamento, inclusione migranti, violenza di genere, povertà estrema, servizi al lavoro e formazione professionale.
La cooperativa, con ha sede a San Benedetto del Tronto, lavora su progetti dedicati al sostegno di donne e persone transgender vittime di violenza, tratta e sfruttamento, di sostegno a uomini, a persone in condizioni di elevata vulnerabilità perché vittime discriminazioni ed emarginazione sociale che subiscono limitazioni all’esercizio dei propri diritti e delle libertà individuali.
«Ancora oggi i ruoli di cura sono ricoperti dalle donne – spiega – la disoccupazione femminile è superiore a quella maschile e sono ancora troppo poche le donne che ricoprono ruoli apicali, mentre sono ancora troppe le donne vittime di violenza domestica fino al femminicidio, vittime di molestie sul lavoro e nei luoghi pubblici».
Un fenomeno, quello della violenza di genere, che vede alla base «un sistema patriarcale» che ancora non si riesce a scardinare, «fondato su pregiudizi e stereotipi di genere» che bisognerebbe contrastare fin dalla più giovane età. «A scuola vengono fatte iniziative di sensibilizzazione – osserva – ma il contrasto alla violenza di genere non entra nei programmi scolastici e nei libri di storia sono poche le donne da esempio per le giovani generazioni».
Nonostante le donne «possano fare qualsiasi cosa, non vengono sostenute, né agevolate» nella loro autodeterminazione. «A livello nazionale servono politiche di sostegno abitativo, di welfare, per consentire loro di uscire dalle violenze». Cosa significa per le donne vittime di tratta e di violenze essere libere? «Significa avviare un percorso di emancipazione dalle violenze, dalla tratta, dallo sfruttamento della prostituzione, significa avere la possibilità di scegliere il proprio percorso di vita e questo è un elemento molto importante che guida il nostro lavoro con le donne, alle quali cerchiamo di fornire gli strumenti necessari a raggiungere la consapevolezza sulle possibilità che hanno di rendersi autonome».
Donne che aiutano donne: è anche questa la bellezza del vostro progetto? «È una parte importante del nostro lavoro. Consideriamo la violenza maschile un fenomeno che riguarda tutte, ci poniamo verso le donne in quanto donne che conoscono bene le problematiche che stanno vivendo e il contesto, in una prospettiva di genere che ci permette di creare relazioni di fiducia e costruire per la donna nuovi modelli non più volti a logiche di subordinazione, ma in modo che possano essere attrici delle proprie scelte».
Secondo la referente della cooperativa On The Road, tra le giovani donne c’è una crescente consapevolezza della necessità di costruire relazioni più paritarie ed equilibrate fra uomo e donna. «La Giornata Internazionale della Donna diventi un ricordo di una lotta che è già stata e che ha portato ad un risultato e non, come oggi, una battaglia ancora in corso» conclude. Gaspari ricorda, infine, il numero verde nazionale 1522, gratuito e attivo 24 h su 24, per accogliere con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking. Il numero è gratuito anche dai cellulari.