ANCONA – «Se non si risolve il problema dell’eccesso della presenza di personale sanitario obiettore, se non si mettono le strutture sanitarie pubbliche a disposizione dei problemi delle donne prima di quelli dei medici e dei politici, non si può affermare che la 194 è garantita». Ad intervenire sulla polemica relativa all’aborto nelle Marche, aperta dalla storia pubblicata su Instagram da Chiara Ferragni sono le donne di Articolo Uno.
L’influencer aveva affermato che «Fdi ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche che governa. Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni». Un post dal sapore politico, che ha subito suscitato un polverone, facendo rimbalzare la notizia sulle cronache nazionali ed internazionali.
«L’intervento deciso e argomentato di Chiara Ferragni – sostengono le donne di Articolo Uno -, che ha suscitato un dibattito acceso sulla scena politica italiana e marchigiana relativamente alle difficoltà enormi che nella nostra Regione le donne incontrano quando si trovano nella necessità di ricorrere all’interruzione di gravidanza riapre una discussione che da parte della destra sembra non tenere in nessun conto evidenze scientifiche che dovrebbero essere ormai patrimonio comune. Sentire affermare da parte di donne della destra – aggiungono – che l’uso della pillola Ru provocherebbe morti come l’aborto clandestino, di fatto non supportato né dalla scienza né da alcun dato statistico è una lesione non solo dei diritti della donne ma anche della serietà politica».
Le donne di Articolo Uno, ricordano le «diverse occasioni in cui in questi due anni abbiamo dovuto attaccare l’atteggiamento della Giunta regionale ed in particolare della assessora Giorgia Latini che fin dal suo insediamento ha scelto di complicare enormemente la vita delle donne marchigiane impedendo una applicazione corretta della legge 194 e l’utilizzo della pillola Ru, contravvenendo alle disposizioni del ministro Speranza. Ma oggi la situazione si aggrava ancora di più perché si inserisce in un dibattito nazionale esasperato da una campagna elettorale che la destra porta avanti senza esclusione di colpi, che ci preoccupa enormemente per il futuro dei diritti delle donne e di leggi come la 194 che hanno dimostrato dati alla mano di aver ridotto drasticamente non solo le morti clandestine ma lo stesso aborto. Né ci rassicurano le affermazioni formali, nelle Marche e a livello nazionale che la 194 non si tocca perché se non si consentono concretamente le condizioni per la sua attuazione il risultato è sempre drammatico».
«Ci auguriamo quindi – concludono – che le donne che andranno a votare capiscano bene come difendere, al di là delle ideologie, il loro diritto ad una maternità scelta, ad una salute tutelata dalle istituzioni pubbliche, ad una cultura che le veda protagoniste della loro vita».