ANCONA – Il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini ha ufficializzato il nome del successore di Rodolfo Giampieri alla guida dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Centrale: il nuovo presidente indicato è Matteo Africano.
Contestualmente il ministro ha inviato al presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, la richiesta di intesa sul nominativo proposto e la Regione dovrà esprimersi entro 30 giorni, trascorsi i quali l’intesa si riterrà acquisita.
Matteo Africano, esperto di portualità, ha al suo attivo una esperienza presso l’Autorità di Sistema Portuale di Civitavecchia e di logistica e trasportistica portuale presso aziende internazionali.
Cinque le Autorità portuali per le quali i presidenti sono in corso di nomina, oltre a quella del Mare Adriatico centrale ci sono l’Autorità di Sistema del Mare Adriatico settentrionale (presidente indicato Fulvio Lino Di Blasio), l’Autorità del sistema portuale di Gioia Tauro (presidente indicato Andrea Agostinelli), l’Autorità del sistema portuale della Sicilia Orientale (presidente indicato Alberto Chiovelli) e l’Autorità del sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale (presidente indicato Ugo Patroni Griffi).
Il ministro sta procedendo all’acquisizione delle manifestazioni di interesse per proporre i nuovi presidenti anche per l’Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia Occidentale e dell’Autorità di sistema portuale del Mare di Sardegna.
Plaude alla nomina il senatore marchigiano del Movimento 5 Stelle Mauro Coltorti che sottolinea come «l’accordo raggiunto tra il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, il presidente della Regione Marche, Francesco Aquaroli ed il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, ha puntato sulla discontinuità e privilegiato, come dovrebbe sempre accadere, e come il Movimento 5 Stelle ha sempre richiesto, una elevata preparazione specifica sul settore».
Il presidente della Commissione Lavori Pubblici e Infrastrutture del Senato evidenzia che Ancona a differenza degli altri porti ha una logistica «invidiabile anche se da ottimizzare. Ferrovia, aereo porto, autostrada, infrastrutture che garantisco una rapida comunicazione longitudinale e una superstrada che offre una rapida comunicazione con l’interno».
«L’Autorità dell’Adriatico centrale – prosegue – governa anche Pesaro, San Benedetto del Tronto, Pescara e Ortona e tutti i porti minori del litorale che hanno importanti utilizzi sia a fini turistici che per la pesca. Il porto aveva dunque urgente necessità di uscire dall’incertezza del commissariamento e avere un presidente che potesse prendere decisioni fondamentali sul rapporto con le altre parti della rete infrastrutturale e con lo stesso capoluogo».
Coltorti fa notare che lo scalo dorico è «un accesso fondamentale lungo la direttrice nord sud tra Africa e Trieste che costituisce la principale porta di ingresso all’Europa delle rotte internazionali» e auspica che «il supporto del Movimento 5 Stelle marchigiano a questa proposta di nomina, che auspichiamo costituirà una nuova ripartenza per l’economia e l’occupazione dell’intera regione».
Di parere diametralmente opposto l’ex consigliere regionale della Lega, Sandro Zaffiri che l’aveva additata come «un vero e proprio affronto alle Marche, ai marchigiani e alla città capoluogo che, in un colpo solo, abbassano il loro peso specifico sul piano nazionale. Senza nulla togliere alle indiscutibili capacità professionali dell’ingegner Africano, infatti, la nomina di un non marchigiano alla guida di un ente e di una infrastruttura storicamente così rilevante è una sconfitta sul piano del riconoscimento delle potenzialità che i marchigiani possono e sanno esprimere».
Zaffiri si era espresso favorevolmente alla riconferma di Giampieri e di un marchigiano alla guida dell’autorità portuale nel segno della continuità. Il leghista parla di un «regalo all’Abruzzo che tradisce le aspettative di sviluppo delle Marche e che le impoverisce enormemente anche sul piano dell’immagine».
Molto critico anche il capogruppo dei dem Maurizio Mangialardi che aveva sottolineato il fatto che «alla fine le logiche politiche hanno prevalso sui bisogni del territorio. Dispiace molto, ma non sorprende la decisione di chiudere in maniera così brusca l’era della presidenza Giampieri, che pure tanti risultati positivi e importanti era riuscita a conseguire nel corso degli ultimi anni. Con tale scelta, la giunta regionale dimostra ancora una volta non solo di rispondere esclusivamente alle segreterie nazionali di Fratelli d’Italia e Lega, anziché alle marchigiane e ai marchigiani, ma anche di essere totalmente impermeabile alle richieste delle istituzioni cittadine, delle realtà imprenditoriali del porto, delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali».
«Come gruppo assembleare – prosegue – vista l’importanza che, anche in termini occupazionali, nel quadro dell’economia regionale rivestono i porti e i diversi settori della Blue Economy, avevamo chiesto che si evitasse un salto nel buio con la scelta di una figura catapultata da fuori regione, estranea alle problematiche del nostro territorio. Non è una questione di campanilismo, bensì di dare risposte certe e immediate a un sistema portuale che, messo anch’esso in grande difficoltà dalla crisi sanitaria, ha necessità di elaborare in sintonia con il tessuto economico, sociale e amministrativo locale i progetti legati alla programmazione delle risorse europee previste dal Next Generation Eu, a partire dalle opere potenziamento infrastrutturale come la creazione del molo per l’attracco delle navi da crociera di ultima generazione al porto di Ancona. Speriamo che la giunta regionale e il nuovo presidente della Authority ne siano consapevoli».