ANCONA – È un agosto «sottotono sulle spiagge delle Marche» dove capita di vedere ombrelloni liberi nonostante il mese sia tradizionalmente quello clou, da pienone. Lo conferma Romano Montagnoli, presidente regionale del Sindacato Italiano Balneari. Che ci sia meno movimento è palpabile e basta farsi un giretto nelle località della costa per rendersi conto che il turismo c’è, ma è in calo.
«Quest’anno lavoriamo più con le presenze locali che con i turisti – dice – perché tanti marchigiani che non possono permettersi una vacanza, restano qua e trascorrono le ferie al mare, mentre chi una vacanza se la può permettere sceglie di farla all’estero perché quest’anno costa meno una settimana in alcuni paesi stranieri che qua in Italia».
I prezzi lievitati per i soggiorni in hotel e bed & breakfast, o per una cena al ristorante, il caro carburante e, più in generale, il caro vita, scoraggiano e le famiglie tengono i cordoni della borsa ben chiusi. A spegnere le più rosee previsioni, che erano suffragate dagli ultimi due anni (2021 e 2022) in cui a causa della pandemia gli italiani si sono riversati nelle località costiere, include quelle delle Marche, sono anche i rincari sui trasporti.
«La benzina arrivata a costare quasi 2 euro al litro non ci aiuta – dice – tutto è aumentato, dalla spesa alimentare ai mutui, e la gente si fa i conti in tasca e chi non ce la fa è costretto a rinunciare anche alla giornata al mare». Ma quanto costa una giornata in spiaggia? Mediamente si spendono attorno ai 20 – 25 euro per ombrellone e due lettini, poi se ci si ferma a pranzo bisogna mettere in conto una ulteriore spesa di circa 70 euro per una famiglia di tre persone. Se ci si concede anche un cono gelato e un caffè ci sono altri 15 euro da aggiungere. Ed ecco che si superano i 100 euro, a cui va aggiunto il costo del parcheggio (una decina di euro anche qui, se va bene) e quello del carburante.
Insomma, un lusso non per tutti e certamente non per tutti i weekend, visti i ‘chiari di luna’ attuali e visto che a fronte dei numerosi rincari che pesano sulle tasche degli italiani, non corrisponde un incremento dei salari. Maggiori costi anche per le imprese balneari per quanto riguarda «le attrezzature, il canone aumentato del 25% ed in generale tutti i costi delle merci e quelli per procacciarsi i servizi». Le minori presenze sulle spiagge si traducono in minori guadagni per operatori che prevedono fatturati in calo.
«Mediamente la percentuale di occupazione delle spiagge si aggira attorno al 90% circa, mentre l’anno scorso eravamo completamente pieni – dice Montagnoli – inoltre ci ha penalizzato il maltempo di maggio – giugno e l’alluvione dell’Emilia Romagna che ha trascinato detriti e fango, sporcando il mare e suscitando paure in molte persone, specie nella parte della costa settentrionale, più vicina alla Romagna. Ma ci ha penalizzato anche il gran caldo afoso da metà a fine luglio».
Tra clima impazzito e rincari, tanti marchigiani, ma anche tanti turisti, sono molto meno propensi a spendere e risparmiano tagliando tutte le spese non strettamente necessarie. «Anche se i conti si fanno a fine stagione – conclude – la tendenza che emerge fin d’ora è quella di un fatturato in calo tra un 20 e un 30% rispetto all’anno scorso».