ANCONA – «Il settore agricolo rappresenta una opportunità non solo economica, ma anche di realizzazione professionale per i 1.500 giovani che nella nostra regione hanno deciso di investire sul settore». Così Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche, in occasione del convegno “L’etica in campo” che si è svolto ieri (23 gennaio) alla Loggia dei Mercanti di Ancona.
L’evento promosso da Coldiretti Marche in collaborazione con la Camera di Commercio delle Marche, ha voluto raccontare le storie di tanti imprenditori agricoli che ogni giorno con passione e impegno si adoperano per fare economia in maniera diversa e cioè rispettando l’ambiente e offrendo lavoro e possibilità di recupero e riscatto per tante persone. «Aziende meravigliose nel nostro territorio, che lavorano e creano un valore inestimabile» ha sottolineato la Gardoni.
«L’agricoltura ci permette di dare una risposta concreta a una domanda sociale importante che è quella relativa non solo alla disoccupazione giovanile, ma sopratutto all’esito di tanti ragazzi che scelgono altri territori per realizzarsi», ha spiegato la presidente di Coldiretti Marche.
Nel corso del convegno sono state ascoltate le testimonianze degli imprenditori agricoli, testimonianze di stimolo per tanti giovani «che stanno guardando con curiosità le esperienze che i ragazzi hanno già iniziato da qualche tempo. Testimonianze – prosegue – che ci raccontano anche di come l’agricoltura è cambiata in questi anni e di come l’approccio che i giovani hanno nei confronti dell’ambiente, del cibo, della qualità e della sicurezza alimentare, manifesta un percorso intrapreso che Coldiretti ha saputo guidare in questi anni di rivendicazioni sindacali».
Nelle Marche fra il 2015 e il 2018 gli investimenti nel green (nel settore agricolo e negli altri settori) da parte delle aziende hanno toccato quota 11.585.000 di euro. La nostra regione vanta il primato nazionale nel bio, con 3.880 aziende agricole. Macerata è la provincia marchigiana con più imprese agricole biologiche (1112), seguita da Pesaro Urbino (964), Ancona (766), Ascoli Piceno ( 730) e Fermo (308).
«Una economia che trova i suoi punti di forza nell’ambiente e in una agricoltura che ne abbia a cuore la salvaguardia, inclusa quella dell’ambiente marino», è stata indicata fra le partite importanti della Camera di Commercio delle Marche da parte del suo presidente, Gino Sabatini. Sostenibilità sociale, innovazione e ecoefficienza nella progettazione degli spazi abitativi sono aspetti essenziali ha spiegato Sabatini. «Vogliamo giocare in prima persona anche la partita della gestione dei rifiuti, tema cruciale per una transizione verso una economia circolare che guiderà le politiche Euopee del prossimo futuro. Sono tutte questioni di primaria importanza, un asset di competitività per un paese che come il nostro fa della salvaguardia ambientale e del Made in italy, oltre che della bellezza i suoi punti di forza. La Coldiretti si ispira ai principi della dottrina sociale italiana che proprio per questo da statuto prevede anche figura del consigliere ecclesiastico, si potrebbe dunque aggiungere un riferimento religioso alla seconda Enciclica di Papa Francesco “Laudato si” sulla cura della casa comune perché l’ecologia integrale diventi nuovo paradigma di giustizia in cui natura ed equità verso i poveri siano l’impegno».
Al convegno ha preso parte anche don Amedeo Matalucci il nuovo Consigliere Ecclesiastico regionale di Coldiretti e per accoglierlo è intervenuto il Consigliere Ecclesiastico nazionale don Paolo Bonetti.
Numerose le storie di giovani imprenditori che imperniano la loro attività sull’etica, fra loro Matteo Donati de L’Orto del Sorriso (Jesi) e Andrea Laudazi di Vallesina Bio (Monsano).
Nella sua cooperativa agricola sociale, nata da una idea della Caritas, Matteo Donati gestisce 9 ettari di terreno dove da lavoro alle persone in condizioni di fragilità. «Abbiamo fatto questa scelta per cercare di fare qualcosa per gli ultimi, che siano carcerati o persone con dipendenze, o con problemi economici – spiega -. Volevamo compiere un gesto concreto di prossimità e lo abbiamo dato creando questa piccola cooperativa che in realtà piccola non è perché è divenuta un punto di riferimento per la città di Jesi».
Andrea Laudazi invece a Monsano si occupa di filiera corta, biologico e plastic free. Dalla produzione alla trasformazione, passando per l’attenzione al packaging e agli allestimenti del punto vendita, ha convertito al biologico i 150 ettari di terreno ereditati dalla famiglia dove produce e vende direttamente, farine di grano tenero, di mais, di ceci, ma anche legumi come borlotti, cannellini e ceci. «La mia inesperienza è importante perchè mi ha fatto capire quanto le persone con esperienza siano d’oro. Quindi io mi aggrappo fortemente a tutti gli agricoltori over ’60 che ho attorno. Dobbiamo essere una comunità agricola, anzichè singoli agricoltori in modo che ognuno possa apprendere dagli altri e fare tesoro dell’esperienza». «La vera innovazione – conclude – è seguire la tradizione. Serve solo aprirsi un po’ di più e le Marche, terra storicamente separata, devono imparare ad essere sinergiche».