ANCONA – Cetrioli di mare fin sotto la riva, «ma è tutto nella norma». A tranquillizzare i bagnanti, ci pensa il professor Carlo Cerrano, docente del dipartimento di scienza della vita e dell’ambiente dell’Università politecnica delle Marche.
Ieri, i bagnanti del Passetto sono rimasti sorpresi alla vista di questi animali viscidi e neri che si muovevano sui fondali. Si tratta dei cetrioli di mare, conosciuti nell’ambito delle scienze col nome di oloturie.
In Italia, dallo scorso anno, ne è vietata la pesca e la commercializzazione, ma in Oriente, in Asia e nel Mediterraneo orientale, i cetrioli di mare possono arrivare a costare dai 100 ai 3mila dollari al chilo. Là, vengono serviti cotti, stufati, fritti, marinati, essiccati o crudi come il sushi, a seconda dei gusti.
«Le oloturie appartengono allo stesso filum dei ricci e delle stelle di mare – spiega il prof. Cerrano – Sono animali che mangiano i sedimenti che si trovano sui fondali, li elaborano e li espellono dopo aver trattenuto alcune particelle organiche. Un po’ come i lombrichi, che scavano invece sul suolo. Loro, al contrario, si muovono sui fondali».
«Le recenti alluvioni – osserva il docente – hanno alterato la struttura e la composizione dei sedimenti dei nostri fondali ed è probabile che queste modificazioni abbiano spinto le oloturie a spingersi verso riva. Ma i subacquei, questa specie, la conoscono bene, perché di solito le oloturie si trovano a 4-5 metri di profondità».
Le recenti alluvioni avrebbero quindi aumentato la presenza di fango e limo, tanto che «a volte, nonostante il mare non sia mosso, la visibilità marina, in certi punti, resta comunque bassa. Questi animali sicuramente hanno trovato una situazione alimentare diversa e dunque possono essersi spostati».
Ma non c’è da preoccuparsi né – chiaramente – da pescarli: «Sono animali che fortunatamente ancora ci sono e che sono importanti per l’ecosistema, perché svolgono un importante ruolo di pulizia».
I cetrioli rinvenuti l’altro giorno nella baia cittadina erano neri e dal tessuto collagenoso. I bagnanti, incuriositi, li hanno osservati per poi ributtarli in acqua.