ANCONA – «Sebbene nelle Marche non si rilevi la stabile presenza di associazioni criminali di stampo mafioso, tuttavia vi sono segnali che impongono di tenere alta la guardia sul punto». Lo ha detto il nuovo procuratore generale presso la corte d’appello di Ancona, Roberto Rossi, anticipando ai giornalisti il suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2023 che si tiene oggi in Tribunale ad Ancona.
«Da indagini condotte – spiega -, è risultata la presenza nel territorio di soggetti collegati ad associazioni di stampo mafioso, e tale dato, unito alla considerazione che dovranno essere erogati cospicui finanziamenti sia in relazione agli obiettivi del PNRR sia in conseguenza dei progetti di ricostruzione post-terremoto e di quelli di ricostruzione e messa in sicurezza delle zone di recente colpite dalle gravi esondazioni, porta a ritenere significativo il rischio di infiltrazione di soggetti e di imprese collegate alla criminalità organizzata».
Per il magistrato «non può non sottolinearsi l’importanza data ai reati ambientali, strumento non secondario per evitare che i danni e i dissesti ambientali possano portare a quelle tragiche conseguenze che hanno riguardato anche questo distretto».
Parlando del «quadro generale relativo alla amministrazione della giustizia riferito alle procure del distretto», il pg evidenzia la presenza di «elementi senz’altro positivi: la durata media dei procedimenti penali nella fase delle indagini preliminari risulta in diminuzione e c’è stata una conseguente significativa riduzione del carico di arretrato». Un risultato, dice che è stato ottenuto «soprattutto grazie all’impegno dei magistrati e dei capi degli uffici».
«Questi risultati positivi peraltro – osserva – rischiano di essere in gran parte vanificati a causa delle ormai croniche carenze di personale amministrativo che rischiano concretamente, ove non si provveda ad una inversione di tendenza in tempi rapidi, di porre gli Uffici di fronte a difficoltà insormontabili».
Il procuratore parla di situazione «critica, sia in relazione alla percentuale di scopertura complessiva, che nelle procure delle Marche supera il 21%, che con riferimento alle carenze relative soprattutto alle figure apicali di dirigenti e direttori».