ANCONA – Migliorare la qualità dell’aria è essenziale per la salute umana, ma servono strumenti per farlo. Per questo la Regione Marche, in collaborazione con Arpam, Università Politecnica delle Marche e Università degli Studi di Urbino ha realizzato un inventario delle fonti inquinanti su scala regionale e un modello predittivo sui livelli degli inquinanti nell’aria della Regione.
I due lavori sono stati presentati ieri mattina (29 gennaio) in Regione, a Palazzo Li Madou, alla presenza dell’assessore regionale all’Ambiente, Angelo Sciapichetti, del direttore dell’Arpam Giancarlo Marchetti, del direttore tecnico-scientifico Arpam Giorgio Catenacci, del professor Giorgio Passerini dell’Università Politecnica delle Marche, del professor Umberto Giostra dell’Università degli Studi di Urbino.
Due «strumenti fondamentali per la gestione della qualità dell’aria nel medio e lungo termine» spiega l’assessore Sciapichetti, nel sottolineare che sono «utili per gli amministratori e i cittadini». «Un atto concreto con uno sguardo lungimirante per la vita della nostra comunità» prosegue, e «un passo avanti verso la trasparenza». L’obiettivo è quello di consentire di monitorare e prevedere la qualità dell’aria in tutta la regione, anche dove non sono presenti centraline di rilevamento. «C’è ancora molto da fare – conclude -, ma la Regione con il coinvolgimento delle università sta facendo la sua parte».
Il direttore generale dell’Arpam Giancarlo Marchetti ha spiegato che i due strumenti permetteranno di «determinare le aree più contaminate della Regione, di capire l’origine delle polveri sottili e degli altri inquinanti, la quantità di emissioni e le fonti che le originano, ma saranno utili anche per aggiornare il piano regionale della qualità dell’aria».
Il professor Passerini ha illustrato l’inventario regionale delle emissioni in atmosfera, che individua e quantifica per ogni comune le sorgenti di inquinamento (domestiche, industriali, agricole, da traffico veicolare), mentre il professor Umberto Giostra ha illustrato il modello previsionale che permette di valutarne la diffusione degli inquinanti sul territorio sia in tempo reale che a 3 giorni. Strumenti che consentiranno agli amministratori dei comuni di attuare misure volte alla riduzione degli inquinanti. Per questo la Regione, spiega Sciapichetti «ha investito oltre 300 mila euro».
I dati dell’inventario e quelli meteorologici, orografici, infrastrutturali ed insediativi di natura urbana e industriale, verranno inseriti in modelli matematici che calcoleranno la diffusione degli inquinanti atmosferici nel territorio, prevedendone la concentrazione, un aspetto utile anche per valutare l’impatto sulla qualità dell’aria di nuove infrastrutture o insediamenti. Inoltre permetterà di realizzare mappe di concentrazione al suolo degli inquinanti, di comprendere il legame tra sorgenti emissive e concentrazione degli inquinanti e il contributo specifico delle differenti fonti.
Passerini ha spiegato che il 70% dell’inquinamento nelle Marche deriva dal riscaldamento tramite biomasse (pellet e legna) e che 3.500 tonnellate all’anno di polveri sottili sono prodotte dalla combustione non industriale. Subito dietro il traffico veicolare che ad esempio nel caso di una città come Falconara Marittima ha spiegato incide 6 volte in più della raffineria. Anche se una quota importante di emissioni derivano dalla natura, dagli alberi e dal mare. Inoltre ha precisato che in città come Pesaro e Fano che da inizio 2020 hanno registrato rispettivamente 17 e 16 superamenti di soglia nei valori limite di Pm10, il traffico veicolare incide 5 volte più che quello industriale.
Il professor Umberto Giostra ha spiegato che grazie al modello previsionale, sarà possibile discriminare il contributo degli inquinanti prodotti sul territorio da quelli provenienti da altre aree.
L’Unione Europea aveva stimato per il 2018 in Italia 56mila morti premature solo per l’inquinamento. Per questo motivo l’UE ha più volte richiamato il nostro paese e la Regione Marche ha messo in moto questo accordo che vedrà anche una fase di formazione del personale della Regione Marche e di Arpam che, con l’ausilio dei Dipartimenti universitari, provvederanno all’aggiornamento periodico dei dati dell’inventario e dei sistemi modellistici. Al sito con i modelli previsionali si potrà accedere dal portale regionale.