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Gabrielli, ex primario volontario al Covid Hospital di Civitanova: «Mi è sembrato scontato dare una mano»

Il professore, in pensione dal 1° novembre, ha deciso di tornare operativo per dare supporto ai colleghi vista la carenza di medici necessari a gestire l'emergenza sanitaria

Covid hospital
I moduli del Covid hospital di Civitanova

ANCONA – «Mi è sembrato scontato dare una mano in questo periodo di difficoltà». L’ex direttore della Clinica Medica di Torrette e della Sod Immunologia Clinica, Armando Gabrielli, motiva così candidamente la sua decisione di tornare in campo nell’emergenza Covid come volontario. In pensione dal 1° novembre di quest’anno, il professore non ci ha pensato su un attimo ed ha subito risposto presente alla chiamata della Regione Marche di reclutare medici tra i professionisti della salute andati in pensione per contrastare la carenza di personale che sta mettendo a dura prova la sanità marchigiana.

Armando Gabrielli

Gabrielli nella fase emergenziale aveva coordinato l’area Covid non intensiva di Torrette e ora da volontario opererà al Covid Hospital di Civitanova Marche dove effettuerà consulenze internistiche. «Inizierò appena espletate le ultime pratiche burocratiche» spiega il professore, che si occuperà della valutazione dei pazienti che presentano anche altre problematiche di salute oltre all’infezione da Covid-19.

«Mi sentivo di farlo per dare una mano ai colleghi, ci sono tanti medici che lavorano in maniera indefessa, è a loro che va rivolto un ringraziamento» racconta con grande umiltà quasi a voler nascondere la generosità del suo gesto. «Con il pensionamento – prosegue – ho del tempo libero che ho deciso di mettere a disposizione con lo stesso spirito che mi ha sempre animato da clinico». Il professore sarà volontario a tutti gli effetti ha infatti deciso di rifiutare compensi, e beneficerà solo di un rimborso spese per gli spostamenti.

Intervenendo sulla difficoltà a reperire personale sanitario da impiegare nell’emergenza spiega: «Stiamo pagando gli errori del passato, una carenza di medici e specialisti che riguarda il sistema Italia e non solo le Marche: ora non si può certo risolvere in poche settimane o mesi, ci sarà da lavorare molto per non ricadere in questa carenza».