ANCONA – «Ci aspettiamo proposte per dare una risposta agli esuberi». È quanto chiedono i lavoratori ex Auchan delle due sedi (Ancona e Offagna) e del deposito di Osimo che alle 14 di oggi si sono ritrovati davanti alla sede del consiglio regionale ad Ancona per manifestare tutta la loro preoccupazione, mentre in Regione si tiene il tavolo fra la delegazione Pwc che rappresenta Conad nella spinosa vertenza, l’assessore regionale Loretta Bravi, le rappresentanze sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil e le due cooperative presenti sul territorio: Cia e Conad Adriatico. Dopo che Margherita Distribuzione nei giorni scorsi ha ufficializzato gli esuberi, 73 dei quali nelle Marche tra gli impiegati delle sedi, la preoccupazione cresce fra i lavoratori.
«Dal tavolo ci aspettiamo proposte concrete per delineare le posizioni lavorative per accogliere gli esuberi – spiega Anna Paola Paolucci, 58 anni, 27 dei quali trascorsi a lavorare nella sede di Offagna – . Nelle Marche le possibilità di ricollocazione non sono quelle Lombardia, speriamo che grazie alla conoscenza del territorio e delle imprese, insieme alla volontà di Conad, si possano riuscire a trovare una ricollocazione per gli esuberi, specie per chi ha ancora tanti anni di lavoro davanti a se e quindi hanno ancora bisogno di lavorare».
La preoccupazione è forte anche fra i lavoratori del deposito di Osimo che stanno vedendo assottigliarsi sempre di più lavoro e fatturato sulla scia dei cambi di insegna dei negozi. Una situazione che tocca 101 persone dipendenti del deposito, più gli indiretti, circa una ventina di autotrasportatori e 10-15 lavoratori di una cooperativa che prestavano servizio per la movimentazione manuale delle merci.
«Siamo molto preoccupati perché non abbiamo notizie e non sappiamo che fine faremo – spiega Giuliano Mercanti, 58 anni da 37 anni nel deposito di Osimo – . È da luglio che ci stiamo trascinando, ma ora il volume di lavoro è sceso del 70% con il progredire dei passaggi dei punti vendita, e se andiamo avanti così e le cose non cambiano entro maggio-giugno non ci saremo più. Il nostro timore è che il deposito venga chiuso. Una situazione molto critica per noi dal momento che l’età media è sopra i 50 anni, quindi siamo tutti figure difficili da ricollocare».
A rendere ancora più complessa la situazione il verdetto dell’Antitrust che dovrebbe arrivare a inizio marzo e che potrebbe rimescolare le carte in gioco anche per i punti vendita già passati. L’Autorità si pronuncerà infatti sul rischio di violazione della libera concorrenza in 24 punti vendita della regione dove per Conad ci sarebbe una posizione dominante.