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Ancona, auguri di Natale al centro della polemica: botta e risposta tra Dino Latini e i dipendenti dell’assemblea legislativa

A finire nel mirino alcuni passaggi del messaggio pubblicato dal presidente del consiglio regionale in un post Facebook. «Ci ha rivolto chiare accuse di mancanza di disponibilità, lealtà e professionalità»

La sede del Consiglio regionale ad Ancona

ANCONA – Il messaggio di auguri di Natale del presidente del Consiglio regionale Dino Latini accende la polemica. A finire nel mirino di un comunicato stampa di replica firmato da «i dipendenti dell’Assemblea Legislativa» alcuni passaggi del messaggio pubblicati in un post nella pagina Facebook di Latini in cui recita: «Un augurio ai dipendenti dell’Assemblea legislativa per la collaborazione svolta. Tanto anche c’è da fare rispetto alle attese dei marchigiani che desiderano non solo politici migliori ma anche strutture amministrative efficienti e efficaci e fra questi anche quella dell’Assemblea legislativa. Tanto c’è da fare anche qui e pur tenendo conto l’esistente l’augurio che svolgo personalmente è che ci siano meno correnti, meno appartenenze, più verità effettiva di quello che si fa, più rapporto chiaro e leale, più disponibilità a chi chiede da ignorante notizie e aiuto».

Latini prosegue il post affermando «in fondo siamo chiamati a svolgere questo compito e farlo completamente e per tutti, senza chiacchiere o critiche o omissioni sarebbe quello che è previsto e che ciascuno che dall’esterno ci vede, da per scontato che sia. Cosa costa rispondere a una telefonata, dare una risposta, fare una ricerca porsi in modo diretto e vero? Io credo nulla. Le persone, me compreso, non devono avere paura dell’assemblea legislativa, non devono pensare di essere ghigliottinati in qualche passaggio segreto, devono essere presi per mano per accompagnati con competenza e passione verso le risposte alle loro richieste, attività compito. Nessuno può pensare che l’Assemblea legislativa sia un moloch impenetrabile, in cui pochi depositari del sapere possono decidere il futuro di tutti gli altri a loro piacimento. Se è così abbiamo fallito e prima di tutto coloro che pensano di essere un fortino inespugnabile».

E ancora «l’assemblea legislativa – conclude – deve tendere a essere una casa di vetro, non l’opposto, un luogo in cui l’azione amministrativa sia alla portata di tutti, non impedita alla prima richiesta e un luogo in cui ci si muove con un solo linguaggio. Sono convinto e comunque coltivo questo augurio che in futuro ciò avverrà. Buon Natale».

I «dipendenti dell’Assemblea Legislativa» dal canto loro nel comunicato stampa replicano rispedendo «al mittente tali insinuazioni» e sottolineando che «il Presidente ha rivolto delle chiare accuse di mancanza di disponibilità, di lealtà e di professionalità». «Il personale della struttura dell’Assemblea legislativa è ed è sempre stato disponibile sia verso le richieste interne, dei consiglieri e dei dipendenti del Consiglio e della Giunta regionale, sia verso le istanze provenienti dall’esterno. Gli uffici si sono sempre prodigati affinché ogni procedimento amministrativo fosse svolto e concluso nei termini previsti, ogni problematica fosse risolta nel minor tempo possibile, anche per richieste non semplici e di immediata soluzione. Nessuno ha mai anteposto la propria “appartenenza” (a cosa? politica? religiosa? sportiva?) o “corrente” (di quale corrente parla?) alla professionalità e alla disponibilità. Per le persone serie, quali siamo, non è una questione di appartenenza o corrente, è questione di integrità, onestà intellettuale e senso di responsabilità».

Il presidente del Consiglio regionale Dino Latini

«Il Presidente probabilmente si confonde: noi non “siamo stati chiamati a svolgere un compito” a seguito di una elezione o per nomina di un politico – proseguono -. Non dobbiamo rendere conto agli elettori per lo stipendio o per la posizione che ricopriamo. Noi abbiamo regolarmente sostenuto un concorso e abbiamo svolto e continuiamo a svolgere il nostro lavoro con dedizione e abnegazione, a prescindere dagli elettori o dai vertici politici, nei confronti dei quali abbiamo sempre tenuto un atteggiamento rispettoso, come è giusto che sia. Nessuna persona, così come nessun Presidente finora, ha avuto paura di essere “ghigliottinato” (Sic!) in qualche passaggio segreto del Palazzo. Informiamo il Presidente Latini che noi rispondiamo al telefono, diamo risposte, facciamo ricerche e ci poniamo “in modo vero”.  Nessuno pensa che l’Assemblea legislativa “sia un moloch impenetrabile in cui pochi depositari del sapere possono decidere il futuro di tutti gli altri a loro piacimento”, o forse lo pensa chi legge il cartello “Il colloquio con il Presidente Latini avrà una durata massima di 15 minuti” fuori dalla porta. La disponibilità è richiesta solo ai dipendenti dell’Assemblea legislativa, evidentemente. Ma non al Presidente e alla sua affollata segreteria – osservano -. Finora i Presidenti precedenti hanno sempre difeso e sostenuto l’amministrazione con un comportamento di grande collaborazione ed armonia, risolvendo le incomprensioni interne direttamente con gli interessati senza bisogno di nascondersi dietro post o comunicati ambigui. Se con queste accuse, travestite da augurio di Natale – concludono – , voleva spronare le persone a fare di più, ha sbagliato completamente approccio. Buon Anno, Presidente».

Dopo il comunicato stampa è arrivata anche la replica del presidente dell’Assemblea Legislativa Dino Latini il quale risponde «confermando per intero e convintamente il mio augurio nei loro confronti, non confondendo nulla, alla luce dell’esperienza che sto vivendo». «Augurarsi che tutti facciamo di più e meglio sono convinto debba valere all’esterno, ma anche all’interno della pubblica amministrazione che rappresento in questo momento» aggiunge Latini, «auguri i miei, quindi, che sono veri e non ipocriti e di ricorrenza. Apprezzo il contributo a migliorarmi a cui il comunicato dei dipendenti è rivolto, dovendo precisare che i 15 minuti che dedico ad ogni ospite è per consentire a tutti (senza distinzione alcuna) di essere ricevuti. Questo fermo restando che la mia porta è davvero sempre aperta».