ANCONA – «Non risulta una lettera, né una richiesta di incontro ufficiale da parte dell’Authority. Può essere sfuggita alla segreteria? Sicuramente, ma siccome il Porto e la Regione distano in linea d’aria poco meno di un chilometro, se c’è una urgenza così importante, che determina il futuro, credo che al di là della lettera arrivata o non arrivata e della telefonata fatta o non fatta ci si incontra per determinare e rispettare ognuno il proprio mandato». È la risposta del governatore Francesco Acquaroli alla lettera inviata in Regione dall’ex presidente dell’Authority Rodolfo Giampieri in risposta all’accusa di aver chiesto risorse esigue dal Pnrr.
«La lettera è arrivata molto tardi ieri sera in Regione e faccio difficoltà a rispondere per tre ordini di motivi – spiega il presidente della Regione Marche -: dalla mia agenda risulta che il 19 febbraio io e Giampieri ci siamo visti e non abbiamo accennato a questa vicenda, la settimana successiva a questo incontro la Regione ha convocato un tavolo con Porto-Aeroporto-Interporto e le tre città che ospitano queste infrastrutture per parlare di un protocollo di intesa e anche io sono passato a quel tavolo, ma anche qui non è emersa questa vicenda».
Acquaroli ricorda che «il Porto aveva invitato la Regione ad inviare le schede al ministero e noi lo abbiamo fatto, sia quando al governo c’era Conte, sia quando c’era Draghi. Lo abbiamo fatto con Pec e a seguito di questo invio c’è stata anche una interlocuzione con il ministero, in presenza, con l’assessore e l’architetto», ma il ministero «ci ha risposto che non è la Regione che deve interloquire, ma è l’Autorità Portuale, e che avevano sollecitato all’Autorità l’invio dei progetti che ancora non erano arrivati».
Il presidente regionale prosegue evidenziando: «Capisco pure la difficoltà di Giampieri a dover giustificare i 20milioni a fronte di 150-160 delle altre autorità portuali, però ritengo che dobbiamo basarci su quello che realmente è avvenuto». Secondo Giampieri era invece la Regione a dover chiedere risorse dal Pnrr. Acquaroli conclude «abbiamo inviato le schede e seguito per quello che era di nostra competenza».
Intanto nella giornata di domani è atteso l’arrivo ad Ancona del nuovo commissario dell’Authority Giovanni Pettorino, nominato nei giorni scorsi dal ministero delle Infrastrutture. Sollecitato sull’argomento il governatore ha colto l’occasione per ribadire la necessità di avere al più presto un presidente alla guida dell’infrastruttura.
«È una figura sicuramente importante – afferma -, sapete tutti che noi cercavamo una persona diversa, sicuramente un presidente e non un commissario, perché come sappiamo questa figura ha dei poteri che sono limitati. E poi una figura con cui condividere un progetto e con cui poter interloquire, una figura che faccia superare questo momento di impasse che si è creato ormai da tantissimi mesi. Siamo stati eletti nel mese di settembre 2020 e praticamente siamo a quasi un anno dalla nostra elezione e non abbiamo mai avuto un interlocutore come presidente: potremmo governare al massimo altri quattro anni, abbiamo bruciato il 20% del nostro mandato senza avere un punto di riferimento nell’Autorità portuale».
Secondo il governatore «i dati parlano da soli e ci rammaricano perché vedere la nostra Autorità portuale con 20milioni di euro di finanziamento, mentre le altre del Mare Adriatico con finanziamenti che sono molto importanti, determinano non solo che non avremo la capacità di costruire e rafforzare con le infrastrutture la nostra Autorità portuale e il porto di Ancona, ma a fronte di questa nostra mancanza vediamo pure i nostri diretti competitor con investimenti molto ingenti e questo rischia di far aumentare un gap che già si stava allargando in questi anni».
Sulla lettera inviata da Giampieri è intervenuta anche la consigliera del Pd Anna Casini che parla di «un macigno sull’operato della Giunta Acquaroli» lanciato dall’ex presidente dell’Authority. «Le sue parole certificano quanto sostengo da settimane insieme al gruppo consiliare del Pd – prosegue -, ovvero l’inadempienza nel richiedere fondi e attenzioni adeguati a una struttura fondamentale per le Marche e per il medio Adriatico. A pensar male si fa peccato, ma non vorrei che tutto ciò faccia parte di una più elaborata strategia di opposizione al Governo, dovendo Acquaroli rispondere a Giorgia Meloni più che ai marchigiani. Se fosse così, sarebbe un fatto ancor più grave».
Secondo Casini, «non è la prima volta infatti che Acquaroli e i suoi fedelissimi si inerpicano in battaglie dal sapore politico. A loro dire vittime di scelte che non governano, ma in realtà consapevolmente carnefici. La dimostrazione? Acquaroli non ha avuto tempo di incontrare l’ex presidente dell’Autorità per ben 7 mesi, per conoscere lo stato d’attuazione di programmi, criticità e prospettive, troppo impegnato in campagne di vittimismo nei confronti del governo Conte prima e Draghi poi. Paradossale vero? Eppure è così».
La consigliera dem fa notare che «la campagna elettorale è finita e i marchigiani hanno diritto a un governo regionale solido in grado di dare una visione e una programmazione adeguata a un territorio che merita molto più impegno di qualche selfie».