ANCONA – È ripreso ieri dopo la pausa estiva il processo per il crac di Banca Marche. Nel corso della nuova udienza che si è svolta al Tribunale di Ancona, a finire sotto la lente di ingrandimento è stato il finanziamento per l’acquisto di uno yacht di lusso da 600mila euro. L’imbarcazione era stata acquisita nel 2008 da Medioleasing e successivamente concessa ad una impresa. Non avendo onorato il pagamento delle rate lo yacht è passato in mano a Banca Etruria che a sua volta lo ha concesso in leasing all’ex direttore generale di Banca Marche Massimo Bianconi, per 250mila euro.
Nel corso dell’udienza sono stati ascoltati i militari della Guardia di Finanza che avevano indagato sulla vicenda. Sotto la lente della Procura anche le operazioni immobiliari per diversi milioni di euro, eseguite dalla moglie di Bianconi. «Ennesima udienza dove sono emerse condotte singolari da parte di chi ha governato la banca – commenta il legale di parte civile Corrado Canafoglia -. Non dobbiamo dimenticare che vi sono altri responsabili che in questo processo non ci sono. Certo è però che il giro di compravendite immobiliare, di quote societarie o di beni di lusso a prezzi estremamente ridotti lasciano più di un dubbio sulla ortodossia di chi gestiva la banca».