ANCONA – La sentenza «soddisfa solo da un punto di vista morale perché ci sono stati dei responsabili riconosciuti, però non riusciremo sicuramente a recuperare alcunché, per cui è un po’ una ‘vittoria di Pirro’». Questo il commento di Gianni Grati, uno degli azionisti di Banca Marche, alla sentenza di primo grado del processo per il crac di Banca Marche e della controllata Medioleasing, che ha visto sei condanne per bancarotta fraudolenta e sei assoluzioni perché il fatto non costituisce reato.
La sentenza in Tribunale ad Ancona ieri pomeriggio, dopo 60 udienze dibattimentali che avevano preso avvio il 5 settembre del 2019. Il collegio penale, presieduto dal giudice Francesca Grassi, ha accolto le richieste dell’accusa per il direttore generale e le figure apicali amministrative di Banca Marche, l’istituto di credito era fallito nel marzo del 2016 quando aveva 44mila azionisti.
Massimo Bianconi (direttore generale) è stato condannato a 10 anni e 6 mesi di carcere, Stefano Vallesi (vicedirettore generale dell’Area Mercato) a 9 anni, Massimo Battistelli (ex capo area crediti) a 4 anni e 10 mesi, Giuseppe Paci (capo concessione crediti) a 5 anni e 8 mesi, Giuseppe Barchiesi (direttore generale di Medioleasing) a 7 anni e 6 mesi, Daniele Cuicchi (capo servizio commerciale Medioleasing) a 4 anni e 6 mesi.
Per Bianconi, Vallesi, Paci e Barchiesi è stata disposta anche la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici, 5 anni di interdizione per Battistelli e Cuicchi. Inoltre tutti e sei i condannati dovranno risarcire le parti civili dei danni subiti, ovvero 3.500 parti civili, danni che saranno liquidati in separata sede, e al pagamento di una provvisionale nella misura del 5% dell’importo nominale dei titoli finanziari posseduti.
Le sei assoluzioni da tutte le accuse, ovvero bancarotta e falso in bilancio perché il fatto non costituisce reato, riguardano Michele Ambrosini (presidente di Banca Marche), Giuliano Bianchi e Bruno Brusciotti (componenti il consiglio di amministrazione) e Tonino Perini (presidente del cda), Paolo Arcangeletti (dirigente di Manca Marche) e Claudio Dell’Aquila (vicedirettore generale di Banca Marche). Anche gli altri 6 condannati per la bancarotta sono stati assolti dall’accusa di falso in bilancio, per la quale la procura aveva chiesto condanne.
L’avvocato Corrado Canafoglia, di Unione Nazionale Consumatori, legale difensore di 3.200 azionisti costituiti parte civile nel processo, ha commentato spiegando: «È finito un lunghissimo iter, una fase del processo perché ci sarà sicuramente un appello. Il Tribunale ha riconosciuto fondate l’accusa della procura della Repubblica, ma non dimentichiamo che questo processo ha aperto degli squarci importanti verso altre situazioni che meritano un approfondimento e noi saremo anche su quel pezzo, perché l’obiettivo finale è recuperare» quanto gli azionisti hanno perso nel default.
Una coppia di azionisti, moglie e marito, ha rimarcato: «In due abbiamo perso quasi 100mila euro – ha detto Rita Mattoni – . Io ho perso 20mila euro, ho avuto un risarcimento del 30%, ma vorrei avere l’altro 70% visto che non sono così ricca da potermi permettere una perdita. Sulla sentenza non mi esprimo – ha aggiunto – a me interessa la parte ‘materiale’, mi tocca veramente. Poi se questi hanno commesso dei reati è giusto pure che siano condannati. Speriamo che la sentenza sia un punto di partenza – ha concluso – e che da qui il nostro avvocato riesca a farci avere quello che abbiamo perso per intero».
L’avvocato Paola Formica delegata regionale dell’associazione dei consumatori Adusbef evidenzia che la «sentenza pone un punto alla storia processuale. Le difficoltà per il recupero dei ristori sono evidenti in quanto abbiamo depositato nel corso del giudizio le visure delle proprietà degli imputati e il patrimonio immobiliare è completamente loro, quindi la speranza di poter recuperare il risarcimento e le parcelle è tutta in salita».
«In appello lavoreremo per avere una assoluzione con una forma differente e più favorevole» ha annunciato l’avvocato del foro di Bologna Salvatore Santagata, legale difensore di Giuliano Bianchi.