ANCONA – La nomina di Luciano Goffi e quella di Giuseppe Feliziani sono state al centro della nuova udienza nell’ambito del processo per il crac di Banca Marche. Le due figure si intrecciano nella vicenda dell’istituto di credito marchigiano i cui risparmiatori sono stati azzerati, seppur in tempi e modi diversi. Se nel settembre 2012 Luciano Goffi venne nominato direttore generale di Banca Marche, Giuseppe Feliziani divenne successivamente uno dei commissari di Banca d’Italia.
Ma andiamo per ordine. Nella udienza odierna nell’Aula del Tribunale di Ancona, è stata ascoltata la teste Barbara Valaperti, responsabile della Korn Ferry Italia, la società incaricata da Banca Marche di selezionare il co direttore generale della Banca e poi, con il licenziamento del direttore Massimo Bianconi, il nuovo direttore generale. Interrogata dal legale di parte civile, Corrado Canafoglia, di Unione Nazionale Consumatori, la teste ha riferito che il nominativo di Goffi non era stato valutato dalla sua società (di selezione del personale) come profilo in linea, mentre la società si selezione aveva ritenuto idoneo Feliziani.
Dalla testimonianza della Valperti sarebbe emerso che l’ex direttore Goffi non era stato selezionato per il suo ruolo, ma venne nominato lo stesso, mentre Feliziani alla fine fu scartato per entrambi gli incarichi. Successivamente però, nel settembre 2013, un anno dopo, Giuseppe Feliziani fu incaricato da Banca d’Italia come commissario e quando l’istituto di credito marchigiano venne commissariato fu proprio Feliziani uno dei commissari di Banca Marche, insieme a Terrinoni e Inzitari.
Feliziani era stato selezionato dalla Korn Ferry in quanto funzionario di alto livello del Gruppo San Paolo Intesa, la banca che ha acquisito Ubi, che a sua volta aveva precedentemente acquistato Banca Marche. La teste ha poi riferito che il nominativo era stato suggerito alla società di selezione a luglio 2012 dallo stesso Bianconi, momento in cui quest’ultimo non era più in Banca Marche.
«Anche in questa udienza emergono intrecci incomprensibili di una vicenda che ha visto oltre 44mila azionisti perdere i loro risparmi», dichiara il legale Corrado Canafoglia. Il processo è stato rinviato al 10 maggio 2021.