ANCONA – Superare il concetto di bello, ma non ci vivrei, per arrivare al suo esatto opposto, ovvero bello e ci vivrei. Punta a questo lo studio realizzato dalla Camera di Commercio delle Marche e dall’Università Politecnica delle Marche – Dipartimento di Management, in collaborazione con la Regione Marche, per valorizzare i borghi marchigiani, con l’obiettivo di renderli centri pulsanti per spazi di vita, socialità e produzione sostenibile.
Un potenziale, quello dei borghi, da “sfruttare” dal punto di vista turistico per creare una sorta di marchio identitario caratteristico delle Marche. Ad illustrare nel corso di una diretta Facebook i dettagli di “Bello, e ci vivrei: studio per la definizione di una strategia per la valorizzazione dei borghi”, sono stati il presidente di Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, l’assessore alla Cultura Giorgia Latini, il rettore dell’Università Politecnica delle Marche Gianluca Gregori, il delegato del rettore per la terza missione Michele Germani, il docente di Marketing dell’UnivPm Valerio Temperini, il docente di Informatica dell’UnivPm Emanuele Frontoni, il componente della Giunta Camera Marche con delega al Turismo Massimiliano Polacco, il presidente della Banca del Piceno Credito Cooperativo Mariano Cesari, il segretario generale della Fondazione Symbola Fabio Renzi, il presidente CamCom dell’Umbria Giorgio Mencaroni e il presidente della Camera di Commercio di Chieti e Pescara Gennaro Strever.
Il presidente di Camera di Commercio Sabatini ha sottolineato che la pandemia ha modificato anche lo stile di vita degli italiani che sono divenuti «più attenti alla qualità della vita, all’ambiente e, di conseguenza, più disponibili a vivere fuori dai grandi agglomerati urbani e quindi nei borghi». Insomma un momento unico ed irripetibile in cui cavalcare l’onda del cambiamento è d’obbligo. Ecco perché la Camera di Commercio ha ravvisato la necessità di realizzare uno studio, come quello commissionato alla Politecnica delle Marche, per «riprogettare nuove economie nei borghi dell’intera dorsale appenninica, da nord a sud delle Marche, e in particolare nell’area del cratere, dove la ricostruzione che sta prendendo velocità in questi mesi impone proprio queste tematiche».
Secondo Sabatini «non si tratta di stravolgere il core business» di questi luoghi, improntato all’artigianato di qualità, al commercio di prossimità, all’agroalimentare di nicchia, alla biodiversità e al turismo, elementi che «non si toccano. Sono e resteranno i pilastri dell’economia dei borghi marchigiani». Occorre piuttosto fare «un salto di qualità, seguendo proprio le indicazioni che questa lunga crisi pandemica ci ha messo davanti: gestione forestale, agricoltura di qualità e di prossimità, conservazione del paesaggio sono le prime professioni suggerite, alle quali si aggiungono turismo sostenibile e quelle che potrebbero arrivare attraverso la presenza di sedi sostenibili di aziende diffuse».
Tra le direttrici evidenziate dal presidente di Camera di Commercio, la necessità di focalizzarsi sui servizi, specie su quelli innovativi: come la telemedicina per superare l’isolamento dell’entroterra, gli accessi alle vie telematiche, «a mio parere anche più importanti delle infrastrutture materiali, che pure vedono le Marche in una situazione di grave arretramento», l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per prevenire frane e smottamenti nelle aree interne, accanto «al grande tema della transizione tecnologica c’è quello della transizione dei trasporti, dove tecnologia e innovazione possono significare una svolta: penso, ad esempio, all’utilizzo dei treni all’idrogeno lungo alcune tratte ferroviarie, ma penso anche a una maggiore collaborazione tra trasporto pubblico e privato. Insomma, mi auguro vivamente che l’avvento del 5G possa accelerare questo ed altri processi».
Poi lo «smart tourism nelle smart city» come ha sottolineato Sabatini, evidenziando che si tratta di un concetto che va declinato su ambiente, economia, vita, persone, mobilità e governo, sfruttando anche i dati che saranno disponibili grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale e delle applicazioni della blockchain. «La valorizzazione dei borghi, che anche la Regione Marche ha messo tra gli obiettivi prioritari – conclude -, non mette in concorrenza costa ed entroterra», ma per arrivare alla meta occorre fare squadra «fra tutti gli elementi in gioco, aprendoci alla diretta collaborazione con enti e amministrazioni locali, con le università e il sistema della ricerca, per mettere al centro i borghi e costruire insieme il progetto da offrire alle comunità e alle aziende».
Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli nel suo intervento ha sottolineato che i borghi rappresentano «un grande patrimonio urbano, culturale, storico ed economico che rischia di andare perduto» per questo la Regione sta mettendo in campo una proposta di legge per valorizzarli, così da rilanciare anche i territori colpiti dal sisma del 2016. L’obiettivo delineato da Acquaroli è quello di «destagionalizzare l’offerta turistica» delle Marche, affiancando il comparto costituito dal turismo balneare, sciistico, artigianale e degli agriturismi, con «un grande circuito dei piccoli borghi».
In questo modo secondo il governatore si potrà dare un marchio identitario al territorio, rendendo l’offerta turistica più appetibile, e allo stesso tempo supportando una economia, quella delle piccole realtà e dell’entroterra, in sofferenza. Un circuito non in competizione, ma «che si apre a quello che già c’è, una opportunità in più», in sinergia. «Non dobbiamo vergognarci di essere marchigiani – ha detto il presidente – , ma rivendicare orgogliosamente la nostra identità».
«C’è sicuramente tanto lavoro da fare per una organica valorizzazione delle aree interne – ha concluso -, che passa anche dal miglioramento infrastrutturale, ma posso con soddisfazione osservare che attorno a questo progetto, su cui vogliamo coagulare le migliori energie, c’è molto entusiasmo e grande interesse».
L’assessore alla Cultura Giorgia Latini dal canto suo ha rimarcato che la proposta di legge sui borghi è «intersettoriale» e che punta a supportare la rinascita di questi luoghi, a dare un sostegno ad artigianato, commercio, digitalizzazione, e a sostenere l’albergo diffuso insieme alla cultura e alle tradizioni locali. A tal proposito ha ricordato il festival dei borghi che si terrà a settembre e che punta a mettere al centro la tradizione, le storie, i miti e le leggende di questi luoghi.
«Ringrazio la Camera di Commercio e l’Università Politecnica che ci hanno offerto l’opportunità di questo confronto fondamentale – ha detto Latini -. Ci sono stati moltissimi spunti importanti e abbiamo ascoltato contributi qualificati per illustrare progetti già qualitativamente molto avanzati e praticabili. Mi fa piacere che ci sia questa grande attenzione sulla valorizzazione dei Borghi storici che fin dall’insediamento della giunta regionale abbiamo eletto a priorità. Valorizzazione di tutti i territori della regione punteggiati dai Borghi, bellissimi in ogni zona, ma certo quelli delle aree interni hanno sofferto di più e soffrono la carenza di servizi, carenza che certamente non incentiva le famiglie e le giovani coppie a restare. Allora dobbiamo creare azione sinergiche, convergenti e strategiche per dare vantaggi a vivere nei borghi, a restarci sentendolo come un privilegio».
Il rettore UnivPm Gianluca Gregori entrando nel vivo dello studio ha spiegato che su 227 comuni marchigiani 205 hanno meno di 15 mila abitanti. Dai dati Istat emerge che il 46% della popolazione marchigiana risiede in centri con meno di 15.000 abitanti, limite dimensionale fissato per l’ammissione all’associazione de “I Borghi più Belli d’Italia” e che l’8,7% dei marchigiani risiede in Comuni compresi nella fascia 10.001-15.000 abitanti, il 17,2% nella fascia 5.001-10.000, il 15,8% nella fascia 1.501-5.000, il 3,9% in centri con meno di 1.500 abitanti. I Comuni al di sotto di 5.000 abitanti coprono oltre la metà della superficie delle Marche (53% circa). Un dato che fotografa una realtà significativa.
«Come è noto stiamo assistendo a un graduale spopolamento delle aree interne con il rischio di scomparsa delle comunità nei borghi, collegato ad un calo di servizi e imprese attive» ha sottolineato il rettore, evidenziando la necessità di raggruppare i borghi «in cluster omogenei e collegarli tra loro e al sistema regionale» dal momento che ognuno di loto «ha le sue caratteristiche ed esigenze».
«Gli interventi necessari per questo cambio di passo – prosegue – devono essere connessi e non diretti a singoli obiettivi, per integrare infrastrutture, turismo, cultura, digitale, telemedicina, riutilizzo e ristrutturazione di beni immobili e lavoro».
Il docente UnivPm ha posto l’accento sulla necessità di creare esperienze centrate su benessere e sostenibilità ed ha rimarcato che dallo studio emergono tre livelli di valorizzazione: regionale basato su una visione di sviluppo sostenibile per valorizzare il patrimonio edilizio tramite una opera di ristrutturazione e riconversione turistica, ricreativa e sociale, l’istituzione di una cabina di regia pubblico-privato e dell’agenzia per il turismo per concretizzare azioni e progetti. Fondamentale migliorare l’infrastrutturazione specie digitale per aumentare la competitività delle imprese, ma anche per i turisti sempre più smart. Sul livello locale ha posto la necessità di fare squadra e creare sinergie, mentre sul fronte dei singoli borghi occorre puntare ad un turismo slow, basato sull’autenticità e la genuinità, insieme alla necessità di creare occupazione, ma anche servizi per le famiglie e per gli anziani.
Il docente UnivPm Frontoni ha spiegato che il digitale, la banda larga e il 5g, insieme alle potenzialità offerte dai satelliti Starlink di Elon Musk per portare la connessione Internet anche nelle aree più sperdute e svantaggiate sono delle grandi opportunità, così come i droni per l’agricoltura di precisione e il dissesto idrogeologico, e l’intelligenza artificiale.
Il delegato del rettore, Germani, ha invece sottolineato che nei borghi occorre creare servizi sociosanitari per migliorare la qualità di vita e l’assistenza degli anziani. A tal proposito ha illustrato un modello di telemedicina già attivato in 12 comuni dell’entroterra del Fermano, replicabile anche in altre zone della regione, e sul quale andare ad intercettare le risorse del piano nazionale di ripresa e resilienza.
Massimiliano Polacco ha evidenziato che le nuove tendenze sul fronte del turismo guardano ai borghi, alle due ruote, ad un turismo lento e di prossimità, empatico, basato sulla conoscenza del territorio, della sua storia e dei suoi personaggi. «Occorre trovare una identità» ha detto, sottolineando che il momento è propizio. Cesari del Banco Piceno ha evidenziato che le banche di credito cooperativo sono una ricchezza per il territorio dal momento che per statuto devono investire il 95% di quanto raccolto, sul territorio in cui operano, mentre Renzi della Fondazione Symbola ha posto l’accento sulla sostenibilità come fattore su cui puntare.
Mencaroni della Camera di Commercio Umbra ha sottolineato la collaborazione tra le due regioni limitrofe, dove la qualità della vita è di alto livello, «ma occorre essere funzionali» e puntare alla rigenerazione urbana, oltre che su politiche di sostegno alle giovani coppie. Strever della Camera di Commercio di Chieti-Pescara ha fatto notare che «il piccolo è spesso portatore di valore, che nelle grandi città è andato perso», borghi che devono diventare laboratori di rinnovamento culturale della società, a patto di investire su innovazione.