ANCONA – La Bolkestein, la direttiva europea, che rischia di mandare a gara le concessioni balneari, è stata al centro di un incontro, che si è svolto questa mattina (29 gennaio) in Regione, tra i rappresentanti dei Comuni costieri, le associazioni di categoria degli operatori balneari e gli assessori regionali Goffredo Brandoni (Demanio) e Andrea Maria Antonini (Sviluppo economico) che hanno convocato il tavolo.
Nel corso del vertice i rappresentanti della giunta hanno illustrato le strategie della Regione e raccolto le richieste degli operatori che saranno poi presentate all’esecutivo nazionale. In risposta al parere motivato di Bruxelles, che lo scorso novembre aveva minacciato una procedura di infrazione se l’Italia non avesse adeguato la sua normativa sulle concessioni balneari al diritto europeo, fa sapere la Regione in una nota stampa, il Governo recentemente ha chiesto alla Commissione europea altri quattro mesi di tempo per definire i criteri per la determinazione della scarsità della risorsa e i relativi indirizzi di riordino del settore delle concessioni balneari.
«Preoccupati per le sorti delle imprese balneari, riteniamo importante fare il punto della situazione e comunicare la posizione della Regione Marche rispetto alle normative che sono in continua evoluzione» spiegano Brandoni e Antonini. «La Regione condivide la posizione del Governo, anche in sede di Conferenza delle Regioni». In esito ad alcune riunioni convocate con funzione di armonizzazione delle procedure, la Regione aveva già condiviso, con i Comuni costieri delle Marche, una serie di principi generali.
Nella nota inviata a Bruxelles, fa sapere ancora la Regione, il Governo difende il lavoro di mappatura delle coste italiane svolto dal Tavolo tecnico istituito che ha dichiarato come solo il 33% dei litorali fosse occupato da imprese e, pertanto, non sussisterebbe il principio della ‘scarsità di risorsa’ previsto dalla direttiva Bolkestein come prerequisito necessario per effettuare le gare delle concessioni: dimostrare che la risorsa non è scarsa, farebbe decadere l’ipotesi delle gare pubbliche per il rinnovo delle concessioni.
«Il sistema balneare italiano e in particolare quello marchigiano – dice Antonini – è un sistema complesso, composto per lo più da aziende piccole e piccolissime, quasi sempre a conduzione famigliare, che costituiscono il motore vitale della nostra economia turistica a cui il sistema Italia, e quello ‘Marche’ in particolare, non possono rinunciare».