Attualità

Cambiamento climatico, il meteorologo Passerini: «Fenomeni estremi più frequenti che in passato. Stiamo ballando sul Titanic»

Perché in Italia la crisi climatica si manifesta in modo così marcato rispetto al resto del Mediterraneo? Ne parliamo con il professor Giorgio Passerini, meteorologo dell'Università Politecnica delle Marche

Giorgio Passerini
Il professor Giorgio Passerini

ANCONA – Agosto, mese simbolo dell’estate e delle vacanze, si apre con un anticipo di autunno. Ieri temporali intensi si sono abbattuti sulla regione con punte di precipitazioni che hanno raggiunto i 5 millimetri al minuto. Su Ancona è scesa loa grandine e raffiche di vento forte hanno accompagnato i fenomeni. Una ondata di maltempo che fortunatamente non ha creato particolari danni, ma che avviene in una regione già segnata da alluvioni (settembre 2022 e maggio 2023). Ne parliamo con il professor Giorgio Passerini, meteorologo dell’Università Politecnica delle Marche.

Perché in Italia la crisi climatica si manifesta in modo così marcato rispetto al resto del Mediterraneo? «Nel Paese c’è un incontro – scontro di masse d’aria che scaricano l’energia accumulata nel Mediterraneo: il riscaldamento del mare è superiore ed è il motore della gran parte dei problemi. L’acqua del mare si scalda ed evapora, portando energia in atmosfera che poi si scarica con i fenomeni che stiamo vedendo».

Sul nostro Paese, quando si scontrano i sistemi che portano aria fredda dal Nord Europa con l’aria calda del Mediterraneo, spiega, si creano effetti più intensi per l’energia accumulata. «Le Marche e l’Emilia Romagna, con la costa adriatica, sono al centro di questi fenomeni estremi, perché l’Adriatico è esposto a nord e quindi più soggetta a flussi di aria fredda rispetto al Tirreno».

Il cambiamento climatico oggi viene chiamato in causa ormai per spiegare tutti i fenomeni meteo definiti estremi o anomali. Ma cosa sta succedendo davvero al nostro clima? «A livello globale è in atto un riscaldamento generalizzato che porta più energia in atmosfera, riscaldamento che nel Mediterraneo sta avendo effetti ancora maggiori specie in Europa, dove l’aumento medio della temperatura del mare è più esacerbato. Alla base del fenomeno c’è la circolazione globale, con la cellula più calda che si sta muovendo verso nord, Ma incide anche la geografia: in Europa il mare da un lato mitiga le temperature rispetto ad altre zone meno umide e quindi più calde come l’Africa dove si sono superati i 50 gradi, ma dall’altro lato accumula energia e la rimette in circolo con i Medicanes, gli uragani del mediterraneo. Se anche in passato fenomeni estremi ci sono sempre stati, oggi si stanno verificando con maggior frequenza, è questa la differenza sostanziale rispetto al passato. Oggi ormai non è più corretto parlare di fenomeni eccezionali, siamo in una nuova normalità».

Secondo alcuni scienziati ma non tutti questi il cambiamento climatico è imputabile all’operato dell’uomo…«I cambiamenti climatici si sono sempre verificati, ma non ce n’è mai stato uno così repentino. È dimostrato il legame tra grandi quantitativi di anidride carbonica in atmosfera e riscaldamento: c’è una serie di indizi che ci portano a pensare che l’uomo sia il responsabile di quanto stiamo vedendo, visto che l’aumento della CO2 non è imputabile a grandi eruzioni vulcaniche».

Gli scenari che vengono prospettati per il futuro sono preoccupanti e già ne stiamo sperimentando alcuni effetti, si parla di siccità, migranti climatici, inondazioni, caldo estremo o freddo estremo, scioglimento delle calotte polari, incendi estesi. Ci aspetta davvero questo? «Le calotte polari si stanno sciogliendo nel punto di contatto con il mare che si sta riscaldando, questo comporterà anche l’innalzamento del livello del mare che nel Mediterraneo sarà esacerbato anche da altri fenomeni».

C’è qualcosa che tutti noi possiamo fare per invertire questa rotta o per correggerla? «Bisogna ridurre la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera e bloccare la deforestazione, ma sono processi che per manifestare i primi effetti richiederanno alcuni decenni. Intanto occorre prepararsi a fare i conti con questi fenomeni. In pratica stiamo ballando sul Titanic».

© riproduzione riservata