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Ancona si candida a Capitale italiana della Cultura 2021

Nelle Marche sono due le città in gara: oltre al capoluogo di regione anche Fano

Mole Vanvitelliana
La Mole Vanvitelliana

ANCONA- Ancona si candida a Capitale italiana della Cultura 2021. Nel mese di dicembre, il sindaco Valeria Mancinelli ha presentato la manifestazione di interesse per la candidatura a cui dovrà seguire, entro il 2 marzo 2020, il dossier di presentazione. L’assessore alla Cultura Paolo Marasca, spiega i motivi che hanno portato a questa decisione.

«La prima ragione è la progressiva crescita della città sul piano culturale, confermata dai dati nazionali e della quale dobbiamo ringraziare un territorio straordinariamente ricettivo sia sul piano della proposta, sia sul piano della domanda di cultura. La seconda, è il fatto che Ancona, capoluogo di una Regione straordinaria sul piano del patrimonio e dell’innovazione culturale, è sede di istituzioni culturali di grande prestigio e in continuo sviluppo, come il nostro Teatro, uno dei 16 teatri di rilevante interesse culturale d’Italia, una collezione museale importantissima, La Mole, che ha avuto uno sviluppo impressionante ed è ancora a metà del suo cammino.

L’assessore Paolo Marasca

La terza, è il fermento culturale, in particolar modo giovanile, degli ultimi anni, con un’intraprendenza e una capacità di innovazione di grande portata per quel che concerne i festival che nascono dal territorio, con una spinta e un desiderio che la città ancora non aveva mai conosciuto e che noi dobbiamo assecondare e alimentare, anche attraverso la candidatura a Capitale italiana della cultura. Ancona può e deve avere questa ambizione. C’è una quarta ragione, particolarmente significativa: il bando a Capitale Italiana della cultura è un bando che contiene le stesse parole d’ordine che abbiamo tenuto avanti a noi come stelle guida in questi anni, e che ci guidano tuttora: trasversalità; giovani; tolleranza; rapporto con l’altro; cura; cultura intesa come possibilità e come innovazione; produzione; creatività connessa con l’impresa. Si tratta, dunque, di un bando che cerca caratteristiche precise nella politica culturale di una città, caratteristiche che noi siamo convinti di avere. Intendiamo questa candidatura come un lancio, non come un punto di arrivo, come la possibilità di lavorare tutti assieme, da vera comunità, al perseguimento di un obiettivo. Siamo pronti a ricoprire quel ruolo».

Nelle Marche, la competizione per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2021 è a due, tra Ancona e Fano. Inizialmente aveva annunciato la sua partecipazione anche Ascoli Piceno, per poi rinunciare. Già nel 2018 il Comune di Ancona aveva presentato la manifestazione di interesse ma si era ritirata, comunicandolo alla Regione, per lasciare spazio a Macerata, capoluogo di una provincia duramente colpita dal sisma.

«Il Porto Antico, La Mole, i grandi festival come KUM! e La mia generazione e i festival di altissimo livello del territorio, la produzione e la programmazione teatrale e musicale, l’immensa storia di una città che vanta 2400 anni dalla fondazione, ma soprattutto un approccio contemporaneo al settore culturale, che privilegia le speranze dei giovani, il desiderio di comunità e il rapporto con l’altro, sono dunque i cardini su cui poggia la candidatura di una grande città di porto- afferma l’assessore Marasca-. Dobbiamo mostrare come la cultura sia anzitutto una grande possibilità di crescita e di crescita di civiltà. Per farlo, ci mettiamo in gioco».