ANCONA – La crisi energetica e il caro vita, rischiano di far impennare il numero delle famiglie in condizioni di povertà. Il caro bollette e il caro carburante, insieme all’aumento dei prezzi dei generi alimentari, come frutta, verdura, farina, latte e altri beni di prima necessità stanno mettendo in difficoltà le fasce più fragili della popolazione, come le famiglie numerose e quelle monoreddito, gli anziani, i nuclei monoparentali.
Per tante famiglie la situazione rischia di farsi ancora più complicata in vista di un autunno e di un inverno in cui non tutti riusciranno a riscaldare le proprie abitazioni, con l’impennata dei prezzi registrata dal metano, né a pagare le bollette dell’energia elettrica. «Per quelle famiglie già in bilico in questo momento» con i rincari potrebbero aprirsi le porte della povertà con la stagione invernale caratterizzata da consumi più elevati, spiega Suor Settimina della Mensa di Padre Guido.
La struttura, in pieno centro ad Ancona, ogni giorno fornisce pasti gratuiti alle persone in difficoltà, grazie alla solidarietà di cittadini, imprese e attività, e fornisce un tetto sulla testa (6-7 posti) a donne sole e donne con bambini che non hanno un posto dove poter dormire. Già con la crisi economica aperta dalla pandemia i numeri della povertà erano cresciuti e di conseguenza anche il numero delle persone bisognose di un pasto. Ad oggi la mensa offre 150 pasti al giorno, ma il trend potrebbe crescere nelle prossime settimane proprio in conseguenza dei rincari.
Già «negli ultimi giorni stiamo vedendo una crescita del numero delle persone italiane che mangiano in mensa – dice – vediamo tornare anche delle famiglie che non venivano più da un po’ di tempo. Ci sono anche alcuni anziani». Accanto agli italiani la fetta più consistente di persone che accedono alla mensa sono gli stranieri.
«Una delle emergenze che sentiamo maggiormente in questo periodo è quella abitativa – spiega Suor Settimia – oltre a quella alimentare. La situazione è seria, ma penso che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi potremmo vedere una ulteriore crescita delle persone bisognose, come accaduto anche con la pandemia». Insomma il peggio, con tutta probabilità deve ancora arrivare. «No stessi siamo preoccupati – aggiunge – perché si tratta di costi, quelli del riscaldamento, dell’energia elettrica e del carburante che toccano anche noi che ci sosteniamo con la generosità delle persone».
Il timore di Suor Settimina è che la crescita dei prezzi con la conseguente difficoltà delle persone e delle imprese nel pagare le bollette, faccia incrementare il numero degli sfratti e delle persone disoccupate, creando «un preoccupante circolo vizioso» a cui le istituzioni e la società saranno chiamati a fornire una risposta. «Quelli attuali non sono bei tempi – conclude – avvertiamo molta preoccupazione tra le persone, c’è disagio. Speriamo che le istituzioni trovino delle soluzioni, anche mettendo a disposizione le strutture vuote che potrebbero essere utilizzate per l’accoglienza».