ANCONA – Cinghiali, ora basta. Già abbattuti due esemplari: un maschio e una femmina (giovani adulti) di circa 70 chili. Al via il sistema di trappolamento per ridurre il numero di ungulati in città. Una sinergia che vede protagonista la conferenza dei servizi, con il Comune e l’Urca (Unione regionale cacciatori Appennino) in prima fila.
I risultati delle sperimentazioni dello scorso weekend sono stati presentati oggi (22 dicembre), in Comune. A fare gli onori di casa, il vicesindaco dorico, Giovanni Zinni: «Siamo i primi in Italia ad avere messo in campo questo tipo di attività e mantenendo l’impegno preso con i cittadini, in sei mesi abbiamo un risultato positivo della sperimentazione di trappolamento. Tutta questa attività è frutto di un lavoro di equipe nato in conferenza di servizi e che ha visto un importante ruolo della Regione che ci ha sostenuto economicamente e anche dell’Urca, che ha svolto l’attività sul territorio. Il nostro obiettivo è quello della tutela e della sicurezza dell’ambiente in ambito urbano e debellare il fenomeno della fauna selvatica in area urbana».
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Al suo fianco, l’assessore regionale alla caccia, Andrea Maria Antonini: «Questa sperimentazione rappresenta un primo passaggio per comprendere se possa essere replicata anche in altre realtà. Il fenomeno per diversi motivi stava diventando preoccupante perché i cinghiali sono pericolosi, possono creare incidenti gravi. Siamo stati obbligati ad aumentare la percentuale di indennizzo per incidenti stradali causati dagli ungulati, dal 60 all’80%, portando i risarcimenti a circa 1.5 milioni di euro all’anno. Il cinghiale è anche un veicolo di malattia come la peste suina che fortunatamente non ha colpito il territorio».
E ancora: «La nostra è una attività di contenimento perché ci sono numeri elevati di ungulati nel territorio. La Regione è chiamata ad intervenire al riguardo e, a seguito di questi positivi risultati della sperimentazione ad Ancona, il 28 dicembre prossimo a Cupra Marittima incontrando tutti i sindaci interessati, valuteremo come arginare il fenomeno anche nei centri urbani e zone prossime al mare attraverso questo sistema».
Per il sistema di trappolamento, gli investimenti sono stati di migliaia di euro: 3mila dal Comune, 10mila dalla Regione. L’assessore Antonini è intervenuto anche sul tema della filiera della carne di cinghiale, sulla quale si sta lavorando con l’Urca «ad un progetto in cui il cinghiale abbattuto a seguito di selezione, attraverso il congelamento entro un’ora dall’abbattimento, possa essere commercializzato, dando luogo anche alla nascita di un brand regionale al proposito», ha concluso Antonini.
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Per le fasi operative, dal mese di agosto i soci volontari dell’Urca di Ancona hanno avviato un monitoraggio dell’area cittadina in base alle segnalazioni pervenute al Comune dorico, con la successiva individuazione di segni di presenza di due branchi in un ristretta area della città.
«Ottenute le dovute autorizzazioni è iniziata la fase di monitoraggio con l’utilizzo di fototrappole e quella di pasturazione, quest’ultima attività necessaria all’attrazione e ambientamento dei cinghiali al luogo di cattura e a delimitarne l’areale alimentare nelle ore del primo pomeriggio evitando che girovaghino per la città in cerca di cibo e mettendo a rischio della pubblica incolumità – ha spiegato Massimo Iuliano, presidente Urca Marche – Per verificare il sistema di cattura è stata avviata una sperimentazione nel territorio dal Parco Regionale del Conero, in collaborazione con l’Ente Parco, rilevando che animali quali istrici, tassi e volpi uscivano senza nessun problema e disturbo dalla trappola. Nel rispetto del benessere animale, dal momento della cattura i soci volontari hanno presidiato l’area pronti ad intervenire per liberare i cinghiali intrappolati in caso si ravvedessero segnali di sofferenza, ferimenti. Salvo qualche ovvio tentativo di fuga, che ha confermato la resistenza strutturale del sistema (senza arrecare danno e sofferenze agli animali), gli animali tutta la notte si sono nutriti e hanno riposato. Il sistema ha quindi confermato la sua validità, garantendo il benessere animale, la sicurezza del personale coinvolto nel trattamento degli esemplari e nessun disagio per la cittadinanza».
Due, come dicevamo, gli esemplari che sono stati catturati e poi soppressi attraverso un sistema che prevede la telenarcosi e la successiva eutanasia. Una procedura di «abbattimento sanitaria», ha precisato Zinni. In pratica, i cinghiali vengono attirati dai granai e dalla pasturazione per uso tecnico. Una volta intrappolati, vengono sedati e abbattuti.