ANCONA – No al protocollo per la gestione dei cinghiali. Ad esprimere la sua contrarietà è l’associazione animalista Lac Marche per voce del suo delegato Danilo Baldini che motiva le ragioni del dissenso all’intesa siglata due giorni fa, il 17 giugno, tra Regione Marche, Prefetture, Polizie provinciali, Ambiti territoriali di caccia, Anci (Comuni), associazioni agricole e venatorie per il contenimento dei cinghiali.
Il protocollo che prevede non solo abbattimenti selettivi, ma anche altri interventi, come l’eliminazione di possibili fonti di cibo, di rifugi nelle aree verdi, l’utilizzo di repellenti olfattivi, la messa in sicurezza delle aree frequentate dai cittadini con recinzioni elettrificate, fa storcere il naso all’associazione animalista.
«Siamo alle solite – dichiara Danilo Baldini -. Sulla “gestione” della fauna selvatica, che secondo la nostra Costituzione è “proprietà dello Stato”, quindi di tutti i cittadini, l’atteggiamento della politica e dei nostri amministratori regionali e locali è sempre lo stesso: delegare ed affidare la risoluzione della questione cinghiali a quei soggetti che il “problema” lo hanno creato e ne hanno comunque sempre ricavato vantaggi, soprattutto economici, ovvero agli A.T.C. (Ambiti territoriali di caccia) ed alle associazioni venatorie».
Secondo il delegato dell’associazioni animalista, infatti, sarebbe proprio la caccia a stimolare la riproduzione dei cinghiali. «Le associazioni ambientaliste ed animaliste, ma soprattutto tutta la schiera di biologi, faunisti, esperti e studiosi di etologia e di comportamento degli animali – prosegue – , perché i cinghiali sono pur sempre degli “animali”, peraltro dotati anche di una buona intelligenza e di un ottimo spirito di adattamento, non vengono minimamente coinvolti nelle decisioni».
L’associazione si dice «fortemente delusa» dalla scelta messa in campo dalla Regione e rimarca che «l’assessore alla caccia alla presentazione del “Protocollo cinghiale” aveva dichiarato di voler “cambiare pagina, con una collaborazione corale che non preveda solo abbattimenti selettivi, ma una serie di azioni che mettano in sicurezza le aree urbane e la circolazione stradale”. I fatti invece stanno purtroppo dimostrando che sta ricalcando esattamente le orme del suo predecessore».
Secondo Baldini con le misure previste il problema dei cinghiali nei centri abitati «non solo non verrà mai risolto, ma finirà con il peggiorare sempre di più».