ANCONA – Le ripetute “visite” dei cinghiali nel quartiere Posatora di Ancona, che abbiamo già testimoniato nei giorni scorsi, hanno alzato il livello di allerta dei coltivatori e dei semplici cittadini, non solo di quelli riuniti nei comitati territoriali.
Coldiretti Ancona, a riguardo, ha emesso una nota abbastanza inequivocabile dove fa esplicito riferimento alla situazione: «Le incursioni dei cinghiali fin dentro la città di Ancona rendono la situazione emergenziale del proliferare della fauna selvatica evidente anche a tutti coloro che non se ne erano accorti e a quanti, negli anni, hanno cercato di minimizzare. Per questo è necessario prevedere una deroga all’attività di selezione per la provincia di Ancona. Anche se l’attuale status di zona rossa non consente l’attività venatoria, la selezione è un servizio che deve continuare a essere operativo in quanto funzionale al riequilibrio degli habitat messi a rischio dal numero troppo elevato di ungulati, alla protezione delle attività agricole che ogni anno devono fare i conti con i raccolti distrutti e anche all’incolumità dei cittadini. Non consentire l’uscita dei selezionatori significherà ripetere l’imperdonabile errore commesso durante il lockdown, quando alle squadre non fu consentito di uscire facendo aumentare la popolazione dei cinghiali a dismisura. A difesa delle aziende agricole abbiamo sempre chiesto un forte cambio di marcia nella gestione della fauna selvatica che, per quel che riguarda gli ungulati, è causa del 75% dei danni in agricoltura».
Per comprendere la problematica è utile riportare anche il parere di Luciano Paolo Bacucca, cittadino di Posatora che possiede anche un pezzo di campagna dalle parti di Via della Cupa, una delle zone maggiormente attenzionate sull’argomento: «Soprattutto di notte i cinghiali scorrazzano liberamente. Dove c’è la campagna, di fatto, è ormai loro territorio. Il sentimento non è di arrabbiatura perché questi esemplari ci sono sempre stati da anni, il problema casomai è a monte essendogli stato consentito di venire giù dall’Appennino senza alcun ostacolo. Adesso i rimedi non sono tanti, quando loro hanno fame e non trovano nulla si avvicinano ai centri abitati. È brutto da dire ma servirebbe un discorso “selettivo”, fermo restando che la stessa caccia di selezione chiude il 15 di questo mese e riparte a settembre».
Sulle segnalazioni Bacucca dice: «La Regione Marche, la Polizia Provinciale, la Guardia Forestale sono tutte al corrente della situazione. Ci sono stati degli avvistamenti anche al Cras, accanto agli uffici della stessa Provinciale. Lac Marche dice che non sono pericolosi? Rispondo che non lo sono fino a quando con le macchine non si rischia di finire fuori strada, o addirittura con le moto. Se quando hanno i cuccioli vengono infastiditi da qualche cane nei paraggi le madri, per istinto di protezione, sono portate ad attaccare. In campagna abbiamo riscontrato buche di 20-30 cm. Il problema non è facile da gestire ma i mezzi per agire, con le dovute tutele legislative, esistono».