ANCONA – Ozono, idrossiclorochina e plasma iperimmune. Sono i tre protocolli terapeutici sui quali punterà la Regione Marche per il trattamento del covid-19.
Ad annunciarlo è stato l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini nel corso della seduta odierna del Consiglio regionale dedicata al Covid: «Abbiamo chiesto al Servizio Sanità di validare tre protocolli per le cure cliniche» ha dichiarato Saltamartini, precisando che la sperimentazione con il plasma iperimmune viene già eseguita in alcuni ospedali della regione, ma l’intenzione è di estenderla anche alle altre strutture ospedaliere, dal momento che la terapia attualmente viene eseguita agli Ospedali Riuniti di Ancona, agli Ospedali Marche Nord e all’ospedale di Fermo.
Obiettivo dell’assessore, è quello di garantire una uniformità delle cure sul territorio regionale: «Abbiamo chiesto che le quattro Aziende si uniformino con dei protocolli omogenei» spiega, sia sul fronte ospedaliero, sia domiciliare, anche «attraverso l’introduzione di nuove medicine come ad esempio la idrossiclorochina che è stata bandita dall’Aifa, ma che tuttavia evidenze scientifiche nuove, dimostrano, come è successo per il protocollo utilizzato per il presidente Trump, una loro utilità».
L’assessore ha spiegato che «attualmente non c’è un protocollo marchigiano su queste cure, ma dobbiamo farlo» e «accelerare, perché è impensabile pensare che non ci siano protocolli omogenei né per le cure domiciliari né per quelle cliniche ospedaliere».
Per quanto riguarda gli anticorpi monoclonali, che alcuni virologi definiscono come una terapia promettente, l’assessore ha chiarito di aver chiesto al momento l’attivazione dei tre protocolli «che si attuano a livello internazionale e li abbiamo sottoposti al Comitato Etico e al Servizio Sanità affinché i nostri scienziati, ricercatori e medici, che non sono secondi a nessuno», ma anzi «di grandissimo rispetto, cerchiamo di introdurre tutte quelle tecniche e quegli strumenti farmacologici innovativi».
Sulla sperimentazione dell’Ozono, Saltamartini, ha spiegato che verrà impiegato per la purificazione del sangue. Inoltre ha spiegato che ha chiesto di aumentare la banca del sangue per l’impiego del plasma iperimmune.
L’assessore, nel corso del suo intervento in Aula ha effettuato una ricognizione sui posti letto di terapia intensiva attivi nelle Marche (129) dei quali 69 sono occupati, ed ha rimarcato che riaprirà un terzo modulo del Covid Hospital di Civitanova per ampliare i letti disponibili, anche se si pone la questione del reperimento del personale sanitario specialistico da inviare nell'”astronave” realizzata dall’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso durante la giunta Ceriscioli. Inoltre ha spiegato che per arrivare a quota 220 letti una volta completato l’iter di potenziamento che prevedeva la realizzazione di ulteriori 105 posti per la nostra regione, servirà ancora del tempo e che per fine anno saranno realizzati altri venti posti letto di terapia intensiva.
Per quanto riguarda il piano socio sanitario regionale, che la Giunta ha già annunciato di voler rivedere, ha chiarito che tra le varie priorità nel nuovo documento, ci sarà quella di creare un coordinamento fra le quattro strutture ospedaliere regionali: Asur, Ospedali Riuniti di Ancona, Ospedali Marche Nord e Inrca. L’obiettivo, spiega, è quello di raccordarle per raggiungere una «visione omogenea»
Infine ha rimarcato di aver dato avvio al potenziamento delle Usca, che sono passate da 21 a 31 e con l’acquisto di 25 unità mobili per le radiografie toraciche polmonari.
A evidenziare le lacune sul fronte sanitario ci ha pensato durante la seduta consiliare l’ex coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli, oggi capogruppo del partito che ha anche annunciato di aver chiesto l’aspettativa dall’incarico di dirigente delle Dipendenze Patologiche di Ancona e di essere prossimo alla pensione. Ciccioli snocciolando la situazione che eredita la Giunta Acquaroli ha ricordato la carenza di dosi di vaccini antinfluenzale, l’autonomia di soli 10 giorni per i tamponi molecolari, 129 posti di terapia intensiva invece che 220 che avrebbe dovuto avere le Marche, la mancanza di personale sanitario.