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Disco verde al piano triennale delle opere, 95 milioni per manutenzioni e messa in sicurezza idraulica

Per il 2020 l'importo stimato è di circa 32 milioni di euro. Ceriscioli: «In oltre quattro anni di mandato abbiamo attivato oltre 3miliardi di euro di investimenti»

Palazzo Leopardi sede del Consiglio regionale

ANCONA – È via libera dal Consiglio regionale di ieri al piano triennale delle opere pubbliche. Il disco verde al programma triennale (2020-2022) dei lavori pubblici da 95 milioni di euro è arrivato con 21 voti a favore e 8 astenuti. In previsione ci sono interventi di manutenzioni del patrimonio immobiliare pubblico, di ospedali, edifici sanitari, oltre alla messa in sicurezza idraulica. Per il 2020 l’importo stimato è di circa 32 milioni di euro. «In oltre quattro anni di mandato – ha dichiarato il presidente regionale Luca Ceriscioli – abbiamo attivato oltre 3miliardi di euro di investimenti: i 95 milioni di euro sono una minima parte».

«Un programma molto importante – ha commentato il consigliere regionale Enzo Giancarli – integrativo e complementare con gli altri piani che portano risorse al territorio dalla difesa del suolo alle infrastrutture. Importante che ci siano 10 milioni di risorse per le sale operatorie dell’ospedale di Fabriano».

Nel corso della seduta consiliare è stata approvata all’unanimità la proroga per tutto il 2022 del “Piano Casa”, mentre ha avuto il via libera con 25 voti a favore la proposta di legge del consigliere regionale Pd Francesco Giacinti che punta alla riattivazione del settore edilizio, concedendo maggior tempo ai proprietari degli immobili per programmare interventi di ristrutturazione e riqualificazione degli edifici. Prorogato anche il  termine che consente la ristrutturazione e il cambio di destinazione d’uso per gli edifici non residenziali, ma ubicati all’interno di zone residenziali, se inutilizzati dal 1 gennaio 2018. Via libera anche alla disciplina della “doppia conformità” che consente di rimediare a violazioni formali di modesta entità.

Nel corso della seduta è stata approvata all’unanimità anche l’emendamento alla mozione a firma del presidente dell’Assemblea Legislativa delle Marche Antonio Mastrovincenzo, dei consiglieri Minardi, Maggi, Traversini e Biancani per sostenere con contributi economici straordinari i media marchigiani, inclusi quelli online. «Sono molto soddisfatto per l’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio Regionale delle Marche di questo atto di indirizzo che ho sottoscritto convintamente – commenta il Mastrovincenzo – . Prevede contributi economici in favore delle emittenti radiotelevisive, del settore comunicazione stampa e dell’editoria elettronica web. Durante l’emergenza coronavirus tutti hanno svolto un servizio pubblico di informazione preziosissimo per la nostra comunità. Questa mozione, insieme a quella a sostegno del settore dello spettacolo dal vivo e della cultura in questo periodo di grandissima difficoltà, sono sicuramente due atti che hanno caratterizzato molto positivamente la seduta dell’Assemblea Legislativa di oggi. La convergenza che si è trovata da parte di tutte le forze politiche lo testimoniano ulteriormente».

All’esame della prossima seduta che si terrà il 29 maggio ci sarà invece la movra da 200 milioni per sostenere l’economia, il lavoro e il welfare varata dalla Giunta. In discussione dovrebbe esserci anche l’interrogazione presentata dai consiglieri regionali Enzo Giancarli e Fabrizio Volpini, presidente della IV Commissione Sanità, rivolta al presidente Ceriscioli nella quale chiederanno lumi sulle intenzioni del governatore di procedere alla riforma del sistema sanitario regionale.

I due consiglieri accenderanno un faro su medicina territoriale, gestione dell’emergenza, assetto della rete ospedaliera e del personale sanitario. «La pandemia ci ha spinto a riconsiderare la salute come bene primario essenziale – scrivono i consiglieri nel testo dell’interrogazione – per l’individuo e la comunità, la precondizione di qualsiasi altro obiettivo individuale e sociale e aldilà di tutti i problemi e le inadeguatezze manifestatesi, il fatto di avere un sistema sanitario prevalentemente pubblico e universalistico (purtroppo indebolito negli ultimi decenni da politiche di austerità progressivamente più severe) ha reso l’Italia più capace rispetto ad altri paesi di affrontare la drammatica situazione».

Secondo i consiglieri «merito di questa rapida riorganizzazione è stato sicuramente in gran parte del personale sanitario che ha dovuto e saputo riorganizzare se stesso, spazi e strumentazioni per far fronte all’emergenza, congelando tutte le altre prestazioni necessarie per far fronte ad altre patologie».

Volpini e Giancarli hanno posto l’accento sulla necessità di «affrontare anche a livello regionale una rivisitazione del sistema sanitario».