ANCONA – Sottoporre «immediatamente» a screening «tutte le comunità scolastiche» della provincia di Ancona. È la richiesta rivolta dal Comitato Marche di Priorità alla Scuola (PaS Marche) alla Regione dopo il rialzo nel numero dei contagi, in controtendenza rispetto alle altre province.
«Riteniamo grave che, a fronte dell’aumento di contagi e di richieste da parte di dirigenti di implementare lo screening alla popolazione scolastica nelle zone in cui si sono sviluppati dei cluster, non ci sia tempestività nei tracciamenti a causa della mancanza di personale sanitario, che è stato dirottato nella campagna vaccinale – dichiara Silvia Mariotti, una delle fondatrici del Comitato -. Non si può rinunciare al tracciamento per i vaccini. Le due cose devono procedere parallelamente o altrimenti non ne usciremo. La Regione trovi il modo di reperire altre risorse umane».
Il gruppo che raccoglie studenti, docenti e genitori, esprime preoccupazione per il «forte aumento dell’incidenza dei casi di Covid-19 nella provincia di Ancona, quinta tra le province di tutta Italia, a fronte di una buona tenuta del restante territorio regionale (soprattutto Fermo ed Ascoli)». Per questo il Comitato chiede che vengano effettuati i tamponi ad alunni e personale scolastico (docenti e personale ata) indipendentemente dalla carenza di personale sanitario.
«Riceviamo segnalazioni su test fatti a personale scolastico in quarantena e con sintomi, soltanto dopo numerosi giorni di attesa e quindi con grave ritardo del tracciamento – si legge nella nota stampa del Comitato – . Assistiamo a richieste inevase di screening sulla popolazione scolastica, indispensabili per essere messi in condizioni di riaprire le scuole colpite».
PaS Marche nel sollecitare la Regione, chiede di potenziare le convenzioni con i laboratori privati e le farmacie, e di mettere in campo «altre risorse quali tirocinanti e specializzandi della Facoltà di Medicina» visto che «in alcuni comuni delle Marche si sono verificati focolai di Covid 19 che hanno costretto i Sindaci a misure restrittive, tra cui la chiusura delle scuole. Queste misure, mirate a singole zone e plessi scolastici, sono necessarie ad evitare l’estendersi dei contagi. È una conferma, come ripete da mesi il dottor Paolo Spada, che le misure restrittive più circoscritte (a livello comunale o provinciale) consentano di essere più incisivi dove serve, e meno vessanti altrove».
Inoltre il Comitato chiede forniture di mascherine Ffp2 FP2 per il personale scolastico più esposto, come le maestre ed i maestri della Scuola dell’Infanzia e le maestre di sostegno: «Salute e diritto all’Istruzione sono entrambi fondamentali, non devono essere visti in contrapposizione fra loro ma devono essere garantiti entrambi, insieme con gli interessi sociali ed economici in un contesto che li vede tutti compromessi dai provvedimenti inevitabilmente restrittivi adottati».
«Le scuole – conclude la nota – sono contesti in cui si rispettano le regole e che contribuiscono, per la parte che ad esse compete, al tracciamento di quei casi di Covid-19 che trovano la loro origine fuori della scuola. Quello che manca invece è la risposta sanitaria sui tracciamenti, non sempre tempestiva ed efficiente, che non può essere messa in secondo piano rispetto alla campagna vaccinale».