ANCONA – “Per non dimenticare“. È questo lo slogan scelto dal Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, per il flash mob che si terrà domani 29 maggio in piazza Cavour ad Ancona alle ore 10.
Obiettivo, tenere i riflettori accesi su una categoria di lavoratori, gli infermieri, che si sentono spesso dimenticati dalle Istituzioni, e poi ringraziare gli infermieri che con il loro lavoro senza sosta e fra mille difficoltà e disagi hanno salvaguardato la salute dei marchigiani nell’emergenza sanitaria che ha scosso la nostra regione. Un momento di riflessione anche per onorare i tanti operatori sanitari che hanno perso la vita dopo aver contratto il coronavirus «perché privi delle protezioni necessarie» ricorda Elsa Frogioni della segreteria territoriale Nursind di Ancona.
Schierato al completo con le segreterie territoriali di Ancona, Macerata, Pesaro e Urbino, Ascoli Piceno e Fermo, e con il coordinamento regionale di Donato Mansueto, il Nursind scenderà in piazza per far valere le ragioni della categoria rivendicando il fatto di essersi adattati a turni di lavoro massacranti, di aver dovuto riconvertire «in poche ore» i loro servizi, di essersi dovuti trasferire «dall’oggi al domani in reparti e servizi diversi dai propri» e «nel tempo di qualche ora di tutoraggio» di essere comunque stati in grado di essere «autonomi, operativi ed efficienti, efficaci in ogni situazione, cercando di lavorare con parsimonia, senza sprecare le poche mascherine, guanti, disinfettanti disponibili».
«Abbiamo stravolto la nostra vita professionale e familiare, costretti a vivere in autoisolamento, lontano dai propri compagni, coniugi, figli, confinati in alloggi di fortuna per proteggerli» scrivono in una nota. Sacrifici che rivendicano e che chiedono a gran voce che non vengano dimenticati. «Ci hanno chiamato eroi, ci hanno ringraziato e vagheggiato promesse mai mantenute di bonus, premi di 1.000 euro mai visti», proseguono, sfogando la loro frustrazione per i disagi nei quali hanno dovuto lavorare, per le «penalizzazioni economiche» e anche per il fatto che nella fase della ripresa di una normalità nelle strutture ospedaliere si vedono «utilizzati anche per pulizie e sanificazioni straordinarie di reparti ormai fortunatamente privi di malati covid.19».
Ma a far storcere il naso al sindacato c’è anche la questione ferie che dopo un periodo di lavoro indubbiamente duro e in vista dell’estate comincia a farsi rovente. Il Nursind parla di «ferie d’ufficio, perché i reparti ordinari
preferiscono tenerli chiusi e dirottare il personale necessario per aprire il covid center». Ecco perché hanno deciso di scendere in piazza per rivendicare «rispetto per i colleghi che hanno dato la vita per salvarne altre» ma anche «sicurezza nel lavoro con adeguati dispositivi di protezione», confronto nei tavoli negoziali, controlli con screening, tamponi e test sierologici agli operatori sanitari (in base alla tipologia di rischio) e poi il riconoscimento economico con il bonus di 100 euro.
«Mentre nelle altre regioni come Piemonte e Lombardia hanno ascoltato in parte le richieste dei rappresentanti degli infermieri Nursind e deliberato dei riconoscimenti economici per i sacrifici patiti dai professionisti – osserva Elsa Frogioni – , e in Emilia Romagna sono già stati erogati in busta paga, nelle Marche il governo regionale insieme ad una parte dei sindacati stanno solo facendo proclami, promesse di premi, incentivi ed altro, ma nulla di fatto, e a ben guardare le somme di cui parlano sono veramente esigue, risibili».
Insomma il Nursind torna nuovamente all’attacco di Cgil, Cisl e Uil che stanno andando avanti con le trattative al tavolo regionale per raggiungere l’accordo sulle premialità destinate non solo agli infermieri, ma anche ai medici e a tutte quelle figure che a vario titolo hanno partecipato all’emergenza sanitaria e verso i quali il presidente regionale Ceriscioli ha annunciato ci saranno 20milioni a disposizione.
La segretaria del Nursind Ancona rimarca che «se il sistema sanitario regionale marchigiano ha reagito nel miglior modo possibile e con la migliore efficienza ed efficacia ed ora siamo la regione più performante quella che ha avuto i migliori risultati è proprio grazie agli infermieri e sanitari che a testa bassa si sono impegnati anima e corpo nel risolvere i problemi quotidiani con le poche risorse disponibili».
Sulla questione sollevata dal Nursind interviene il segretario regionale di Fp Cisl Luca Talevi che ricorda al Nursind che non partecipa al tavolo delle trattative che vede oltre a Cgil, Cisl e Uil, anche Nursing Up, Fsi e Fials, perché «non è firmatario del contatto collettivo nazionale e quindi in virtù di questo non può prendere parte alle trattative regionali che hanno un impatto economico sul personale». Ma a che punto sono le trattative? «Abbiamo firmato martedì una bozza di intesa con una ipotesi di ripartizione delle risorse, ma oggi si terrà l’incontro con i medici e i dirigenti sanitari che potrebbero avanzare le loro rivendicazioni. Ci auguriamo che la dirigenza medica sottoscriva la nostra bozza che tiene in considerazione dell’impegno profuso anche dalla dirigenza medica, avente basi salariali diverse rispetto agli infermieri ed altre figure sanitarie. Speriamo che prevalga il buon senso per evitare un balletto nelle trattative con un allungamento dei tempi dell’intesa».
Una pre-intesa «con la quale vogliamo sfruttare al massimo le risorse messe a disposizione dal Decreto Rilancio e dalla revisione del tetto di spesa – chiarisce il segretario regionale Fp Cgil Matteo Pintucci – , elementi che consentono di aumentare al massimo le risorse economiche messe a disposizione, ma l’accordo interessa molte figure professionali diverse operanti nel mondo della sanità che oltre agli infermieri, vede anche i medici e gli Oss, e questo ovviamente rende le trattative più complesse e il raggiungimento di una intesa più lungo».