ANCONA – È di 9,3 milioni di euro la cifra complessivamente destinata alle Marche per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. I sindaci dei comuni potranno attingere a questi fondi per distribuire buoni spesa o generi alimentari e di prima necessità alle persone e alle famiglie che ne hanno bisogno perché rimaste senza lavoro in seguito all’esplosione dell’epidemia.
Il governo ha ripartito i 400 milioni di euro fra le varie regioni destinando la quota maggiore alla Lombardia che potrà beneficiare di 55 milioni, seguita dalla Campania con 50 milioni, dalla Sicilia con 43,4 milioni, poi 36 milioni al Lazio, 33 alla Puglia, 27,4 al Veneto, all’Emilia Romagna vanno 24,2 milioni, 24 milioni al Piemonte, 21 alla Toscana, 17 alla Calabria, 12 milioni alla Sardegna 12 milioni, alle Marche 9,3 milioni e infine 8,7 milioni alla Liguria. Fra i capoluoghi di provincia ad Ancona andranno 533 mila euro, 503 mila a Pesaro, 255 mila euro ad Ascoli Piceno, 220 mila euro a Macerata, mentre a Fermo vanno 196 mila euro.
«Una prima risposta all’emergenza che sta interessando l’intero paese – spiega il senatore marchigiano del Movimento 5 Stelle Mauro Coltorti – . Si è dovuto agire rapidamente e chi si lamenta che questo compito è stato assegnato ai comuni senza una loro consultazione pesca nel torbido perché naturalmente l’Anci ha partecipato al provvedimento. Pesca nel torbido anche chi dice che i fondi siano pochi. Non sanno che serve un provvedimento specifico del Governo per andare ad una variazione di bilancio?».
«Il Governo c’è e nessuno verrà lasciato indietro» prosegue il senatore sottolineando che ora «è importante intervenire con urgenza perché ci sono persone che non hanno di che comprarsi il cibo per se stessi e per i loro figli». «Chi meglio del sindaco che conosce la realtà locale può individuare le persone che sono maggiormente bisognose» osserva Coltorti evidenziando che potranno basarsi anche sull’Isee. «Sono i sindaci che hanno ricevuto la fiducia dei cittadini – conclude – e che sul territorio rispondono in prima persona di quella fiducia».
Per il presidente di Anci Marche e coordinatore nazionale dei Presidenti delle Anci regionali, Maurizio Mangialardi «è una soluzione che dà respiro nell’immediatezza alle famiglie in difficoltà e alla quale dovrà seguire un provvedimento più strutturato che rifinanzierà la misura alla luce dell’emergenza, ma intanto è un inizio per affrontare queste prime settimane».
«Già molti sindaci delle Marche – osserva – avevano attivato una consegna di generi di prima necessità ad alcune famiglie e questi fondi vanno a sostenere vecchie e nuove fragilità in attesa che anche dall’Ue arrivino i necessari aiuti». Secondo Mangialardi infatti «senza questi 400 milioni i comuni italiani non avrebbero potuto affrontare in tempi rapidissimi questa emergenza sociale perché i sindaci non hanno soldi in cassa o non possono disporre liberamente degli accantonamenti».
Riguardo agli appunti sollevati da alcuni sindaci, il presidente Anci Marche sottolinea che «non mi pare sia il momento delle polemiche ma solo di lavorare per rendere velocemente disponibili tali somme ai cittadini che ne faranno richiesta e che autocertificheranno il proprio stato di necessità».
«Per il prossimo futuro – conclude – il presidente dell’Anci Decaro farà valere col governo, con il quale c’è grande collaborazione, le istanze che giungeranno dalle Anci regionali».
Un sostegno che però non convince tutti i primi cittadini. Parla di «solo un inizio» il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli in un post affidato a Facebook. «I bisogni sono e saranno molti di più. Questa misura serve a coprire dunque le prime settimane di difficoltà di situazioni particolarmente difficili. Stiamo verificando le modalità con le quali provvedere ad erogare: chi ne ha diritto, come farne richiesta, quanto spetta a ciascuno. Niente è stato indicato nelle disposizioni uscite ieri e valutiamo, anche con altri Comuni, il modo in cui procedere».
Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci ha voluto stemperare invece le polemiche sollevate dalla Lega ed ha replicato che la cifra stanziata l’ha definita una cifra importante «per la fascia più fragile della nostra società», inoltre ha sottolineato il fatto che i sindaci, che dovranno distribuire le risorse, «conoscono bene i bisogni dei propri cittadini».
Il sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti dichiara di aver aperto subito un confronto con sindacati e con l’Ambito Sociale 1 per dare una uniformità su tutto il territorio dei criteri e per cercare di andare a costruire un requisito corrispondente alle reali esigenze. Purtroppo non possiamo fare riferimento ai parametri storici dei servizi sociali, ossia il reddito Isee perché fondamentalmente ci sono nuove povertà vittime dell’emergenza». Tre le direzioni che intende seguire il primo cittadino, quella delle attività chiuse, degli indigenti e del mondo delle famiglie numerose e con bambini piccoli. Un piano che spiega «stiamo cercando di condividerlo con tutti i Comuni dell’Ambito per dare una uniformità». «Le risorse sono pochissime – osserva Fioravanti – e servono per tamponare questi primi 20 giorni, ma il problema, la vera bomba sociale, può scoppiare da qui in avanti, quindi dobbiamo già prevedere le risorse che serviranno tra 20 giorni, perché questa è una prima risposta immediata. Come Comune avevamo già attivato un fondo di 10 mila euro per rispondere subito alle emergenze e un Iban solidale dove abbiamo raccolto dei fondi per destinare beni di prima necessità in spesa solidale facendo una raccolta in vari supermercati dove gli alimenti che arrivavano li abbiamo dati alle persone più in difficoltà. Ma servono misure più efficaci da parte del governo nel lungo periodo, perché questa emergenza andrà avanti per molto tempo dato che non tutti i settori ripartiranno così immediatamente».
Il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro nell’attesa del finanziamento governativo ha annunciato che il Comune «può partire già da domani con un fondo proprio di supporto alle situazioni di maggiore fragilità del territorio, per iniziare a dare risposte certe e prioritarie». Una operazione, quella del primo cittadino, che «sarà immediata e cospicua anche grazie ad un robusto contributo di una realtà da sempre attenta al territorio, che ha voluto rimanere anonima, ma che ringrazio anche se probabilmente mai leggerà».
Il sindaco di Macerata Romano Carancini definisce i fondi stanziati per i Comuni come «risorse importanti e soprattutto che fanno bene alle persone più bisognose che sono cadute nella preoccupazione e nell’emergenza di non poter far fronte quotidianamente a quelle che possono essere le spese per la sopravvivenza».
«Le polemiche le lasciamo a chi non ha nulla da pensare – prosegue – e che purtroppo pur di conquistarsi una pagina di giornale è capace anche di “sputare” su risorse che arrivano per le nostre persone. Macerata ha ricevuto 220 mila euro, per 3 settimane, così come noi le abbiamo suddivise, non sono poche in rapporto alla platea di persone a cui saranno destinati». Il sindaco spiega: «Attiveremo questo servizio probabilmente già da mercoledì, oggi abbiamo assunto i criteri di massima sui quali agire questo contributo e abbiamo individuato anche le somme destinate alle persone per fare la spesa».