ANCONA – Nessun allarme internazionale dovuto al coronavirus ma solo «rischio molto alto in Cina, alto a livello regionale e alto a livello globale» secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. In ogni caso l’Italia, come gli altri paesi si muovono anche a livello locale, compresa naturalmente la Regione Marche che nella giornata di ieri (27 gennaio) ha riunito a Palazzo Rossini il Gores, Gruppo Operativo Regionale Emergenze Sanitarie. Il 25 gennaio infatti si era svolto al Ministero della Salute un tavolo con i rappresentanti delle Regioni «al fine di gestire il coordinamento sul territorio delle disposizioni adottate in questi giorni e la comunicazione dell’evolversi della situazione». Il ministro della Salute Roberto Speranza ha riunito una task force di medici proprio sul coronavirus che hanno «verificato la piena operatività delle procedure di controllo avviate il 26 gennaio negli aeroporti di Roma Fiumicino e Milano Malpensa». Il Ministero rassicura e fa sapere che «al momento tutti i controlli procedono regolarmente», inoltre che «tutti i casi sospetti segnalati in Italia si sono rivelati infondati».
«La Regione si sta muovendo in accordo con il Ministero della Salute, con l’Istituto Superiore di Sanità e con le autorità nazionali preposte ad affrontare queste situazioni» spiega il presidente della IV Commissione sanità regionale Fabrizio Volpini.
Intanto in Cina le vittime sarebbero arrivate a «106 per 1.300 nuovi casi di contagio che portano il totale nazionale in Cina ad oltre 4000» (Fonte Agi 28 gennaio 2020).
Ma che cos’è il coronavirus? «Si tratta di una famiglia di virus cui appartiene sia il famigerato virus della Sars che questo nuovo ceppo che ha preso il nome di nuovo coronavirus 2019» chiarisce Marcello Tavio, presidente della Simit, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali.
«Questo nuovo coronavirus – prosegue – come nel caso del virus della Sars, si è dimostrato capace di passare da una specie animale, in questo caso ancora sconosciuta, agli esseri umani». I sintomi iniziali sono del tutto simili a quelli di una normale influenza «ma successivamente, nei casi più gravi, può manifestarsi una grave forma di polmonite che richiede il ricovero, l’isolamento e la terapia di supporto, anche perché non esiste terapia specifica».
I decessi avvengono per «grave e irreversibile insufficienza respiratoria» spiega il presidente della Simit nel precisare che non ci sono ancora notizie certe sul rapporto tra numero di infetti e numero dei decessi correlati all’infezione, dato fondamentale per stabilire il grado di pericolosità della malattia. Chiaramente le persone fragili con presenza di altre malattie croniche presentano un maggior rischio di morte rispetto alle altre. Inoltre Tavio sottolinea che «Oms non ha dichiarato al momento lo stato di emergenza pubblica internazionale, in quanto non ne ravvede gli estremi».