ANCONA – Si propaga l’onda degli scioperi che manifestano il forte disagio salito alle stelle negli ultimi giorni nelle aziende metalmeccaniche del territorio. A far salire la tensione fra i lavoratori è il timore di contrarre il Coronavirus. Dopo le misure restrittive introdotte dal governo per contrastarne la diffusione, fra le quali l’obbligo di rispettare la distanza di almeno un metro fra le persone, sono in molti i dipendenti che vanno al lavoro con il cuore in gola temendo una epidemia di contagi: infatti nelle aziende metalmeccaniche dove si lavora nelle linee di montaggio è difficile rispettare queste distanze.
Per questo lunedì 16 marzo i lavoratori della Cnhi di Jesi, una delle più importanti aziende del territorio, incroceranno le braccia per 8 ore restando nelle loro abitazioni per evitare gli assembramenti che comporterebbero manifestazioni pubbliche o assemblee. A proclamare lo sciopero è la Fiom Cgil.
«Chiediamo all’azienda di ridurre l’attività produttiva – spiega il segretario regionale Fiom Cgil Tiziano Beldomenico -, avvalendosi anche dell’ammortizzatore sociale previsto per la sanificazione degli ambienti di lavoro, o della cassa integrazione». «Rispetto al nuovo provvedimento siglato dal governo con Cgil, Cil e Uil vedremo le misure previste in base alle quali chiederemo ulteriori incontri all’azienda per contrastare il rischio di contagio». La prossima settimana scioperi potranno essere indetti anche in altre aziende- Alla Cnhi lavorano oltre 950 persone nella produzione di trattori agricoli. della riduzione dell’attività produttiva.