ANCONA – È polemica sull’intesa raggiunta fra Regione, Cgil, Cisl e Uil che assegna agli operatori sanitari impegnati nell’emergenza coronavirus un riconoscimento di 20 milioni di euro. A protestare sulle risorse destinate a medici, infermieri e alle altre figure coinvolte in prima linea sono Nursind e Fials.
Il sindacato degli infermieri, Nursind, per voce delle segreterie territoriali di Ancona, Macerata, Pesaro-Urbino, Ascoli Piceno-Fermo e con l’avvallo del coordinatore regionale Donato Mansueto, lancia una stilettata non solo verso la Regione, ma anche in direzione di Cgil, Cisl e Uil.
A far infuriare Nursind il fatto che «i 20 milioni di euro sbandierati dal Governatore e da Cgil, Cisl e Uil, non sono un premio, ma sono i fondi già destinati dal D.L. 18/2020 Cura Italia alla Regione» scrive il sindacato in una nota nella quale va all’attacco parlando di «ennesima farsa ai danni dei professionisti sanitari marchigiani, infermieri medici, Oss» che «non avranno nessun premio». Il sindacato degli infermieri lamenta di non essere stato ascoltato nei suoi suggerimenti dalla Regione che nonostante sia quello «maggiormente rappresentativo della categoria infermieristica nelle Marche, ha preferito accordarsi con i sindacati più compiacenti, con quelli che hanno preferito destinare queste risorse direttamente nei fondi contrattuali».
La Fials parla invece di «accordo farsa» che «inganna i lavoratori». Il sindacato pone l’accento sul fatto che le risorse destinate dalla Regione ai reparti Covid sono «meno di 1/3 ai reparti». «Questa è follia pura – si legge nella nota – . Gli ospedali sono stati trasformati in tempi record, sono stati stravolti turni e mansioni degli operatori, che nonostante l’impegno e la professionalità dimostrata, e grazie ad astrusi calcoli matematici, ora vedono come un miraggio lontano anche il riconoscimento dell’indennità di turno giornaliera».
Dure le dichiarazioni del Nursind verso Cgil, Cisl e Uil che il sindacato definisce come «avidi di palcoscenico», accusandoli con «roboanti dichiarazioni» di stare «mistificando la realtà». «Quei soldi – prosegue la nota del Nursind – andranno solamente a retribuire quanto dovuto per il lavoro svolto dagli operatori sanitari: le ore di straordinario per l’emergenza e per l’indennità di malattie infettive, che hanno sicuramente coinvolto la quasi totalità dei servizi di cura e assistenza del Servizio Sanitario Regionale. Il pagamento del lavoro effettuato è forse un bonus?»
Insomma secondo il sindacato degli infermieri «ad oggi è possibile dire che
probabilmente, e ancora non c’è una determina-delibera regionale o aziendale, sarà corrisposta agli infermieri e Oss l’indennità di malattie infettive di 5,16 euro per ogni giornata di servizio». Una indennità che secondo il NurSind spetta a tutti i sanitari in servizio nelle are di degenza senza distinzione tra sezioni Covid o non Covid. «Se questi 5,16 euro lordi vi sembrano il premio che gli “angeli del coronavirus” aspettavano, allora significa che siamo un popolo senza dignità, se non c’è per noi
sanitari neanche un bonus tipo “quattordicesima” in questo frangente, almeno dateci le protezioni adeguate anche nella “fase 2”. Perché il rischio è che continuate a risparmiare ancora sulla nostra sicurezza e salute».
A replicare alle pesanti accuse sono Matteo Pintucci, segretario generale della Fp Cgil Marche e Luca Talevi, segretario regionale Fp Cisl Marche.
Talevi parla dell’intesa con la Regione come di «un primo importante passo per il riconoscimento concreto in busta paga ai lavoratori che hanno operato con abnegazione e rischio incolumità fisica per affrontare l’emergenza Covid. Domani – prosegue – le categorie del pubblico impiego, firmatarie del Ccnl (ndr Contratto collettivo nazionale del lavoro), incontreranno la Regione per dare seguito concreto all’accordo macro regionale. Facile criticare quando non si firmano Ccnl e non si portano mai neanche un euro ai lavoratori. Cgil, Cisl e Uil quotidianamente e concretamente operano per dare risposte concrete alle legittime istanze dei lavoratori che in queste settimane hanno dimostrato il loro “eroismo” per tutelare la salute dei pazienti marchigiani».
Pintucci entra nel dettaglio dei 20 milioni di euro messi a disposizione per le premialità agli operatori sanitari e fa subito delle precisazioni: «Innanzi tutto dal Decreto Cura Italia arrivano 6.422.653 per dirigenza medica e comparto sanitario, 2.026.750 derivano da altre disposizioni legislative di integrazione dei fondi della dirigenza sanitaria, 870 mila euro arrivano da ulteriori fondi riservati a medici convenzionati e 118, mentre la voce più grossa, 11 milioni di euro sono stati messi a disposizione dalla Regione per le prestazioni aggiuntive orarie».
«Il senso dell’accordo siglato con la Regione – spiega – è quello di aver verificato da subito tutte le risorse disponibili a normativa vigente per avviare già da domani i tavoli di confronto con le organizzazioni sindacali contrattualmente legittimate ad intervenire sia sul fronte del comparto che della dirigenza».
Obiettivo, secondo Pintucci, è quello di iniziare ad utilizzare le risorse e pone l’accento sul fatto che nell’accordo «è presente la stabilizzazione del personale, un punto fondamentale per garantire certezza occupazionale nel sistema sanitario regionale in primis al personale sanitario ora a tempo determinato».
Secondo il segretario regionale della Funzione Pubblica di Cgil, «l’intesa con la Regione rappresenta un passo avanti, certo occorrono risorse ulteriori e per questo abbiamo chiesto alla Regione di attivare le Rar, Risorse Aggiuntive Regione, ma bisogna lavorare su due fronti: per via negoziale sulla Regione Marche, da oltre un anno, in era pre – Covid, stiamo chiedendo di incrementare le Rar; poi intervenire sugli attuali vincoli di carattere nazionale che attengono a tetti di spesa complessivi del personale (art. 11 Dlgs 35/2019) e ai tetti di spesa dei singoli fondi aziendali (art 23, comma 2 Dlgs 75/2017), si tratta di vincoli che i sindacati stanno combattendo a livello nazionale, a tal fine sono stati presentati con una serie di emendamenti che se venissero approvati permetterebbero di poter inserire le Rar nei fondi aziendali andando a determinare la possibilità dei dovuti riconoscimenti economici nel rispetto delle disposizioni normative e contrattuali».
Insomma per Pintucci il riconoscimento di bonus correlati all’emergenza Covid è possibile una volta rimossi i limiti normativi di carattere nazionale ed inserendo le RAR Regionali, «altre soluzioni apparse sugli organi di informazioni prefigurando quattordicesime e simili semplicemente non hanno fondamento contrattuale e normativo».