ANCONA – A un soffio dalla riapertura di una parte delle attività produttive (che scatterà a partire dal 4 maggio), dopo quasi due mesi di paralisi, la Festa dei Lavoratori quest’anno assume un significato ancora più forte alla luce dell’epidemia di Coronavirus che come un ciclone ha provocato un violento scossone nella vita di tanti lavoratori, alcuni dei quali rischiano di piombare fra le nuove povertà. Una giornata in cui il mondo della politica ha voluto esprimere la propria vicinanza ai tanti lavoratori che ogni giorno contribuiscono a fare grandi le Marche e che torneranno a farlo cessato il lockdown.
«Oggi è un primo maggio molto particolare, dedicato a tutti i lavoratori, che stanno vivendo esperienze molto diverse – ha scritto in un post affidato a Facebook il presidente regionale Luca Ceriscioli – . È il primo maggio di chi torna al lavoro e, quindi, del valore del lavoro e della sicurezza. Tutti abbiamo raccontato il valore della riapertura, che deve avvenire, però, senza mettere a rischio la salute dei lavoratori. La sicurezza sul lavoro è un grande tema per il nostro Paese e quest’anno assume un significato ancora più profondo e particolare. È il primo maggio di chi aspetta di tornare a lavorare e freme di fronte al calendario delle riaperture, perché sa quanto è importante la ripartenza dopo un lungo stop, con molte difficoltà e molte preoccupazioni. È, come ogni anno, il primo maggio di chi purtroppo è senza lavoro e oggi più che mai ha bisogno di supporto e di tutela. È il primo maggio di chi è stato e resta in prima linea, negli ospedali, vicino a chi soffre e a chi purtroppo ancora perde la vita, nella società a sostegno dei più deboli, a supporto dei giovani studenti, a tutela della sicurezza di tutti i cittadini. In questa giornata ci sono tutti i marchigiani, che non si sono arresi e non si arrenderanno di fronte a questa prova così impegnativa. A tutti voi grazie. Buon primo maggio».
«Un primo maggio, quello di oggi, che vivo con il cuore gonfio di sentimenti contrastanti – dichiara Maurizio Mangialardi, presidente Anci Marche, sindaco di Senigallia e candidato alla presidenza della Regione Marche proposto dal Pd -. Pena per l’immagine di un lavoro sottratto dalla crisi più grave degli ultimi decenni. Ma anche speranza e voglia di impegnarsi per fare in modo che proprio dal valore di un lavoro dignitoso per tutti si possa ricostruire una società migliore».
«Un buon primo maggio a tutti – dichiara il senatore e responsabile della Lega Marche Paolo Arrigoni – alle lavoratrici e ai lavoratori a cui però, per la gran parte, il lavoro manca da ormai 2 mesi. Un auspicio per un ritorno a brevissimo alla normalità in tutto il nostro meraviglioso Paese».
«Ci auspichiamo tutti che il prossimo primo maggio sia molto diverso da questo – dichiara Gian Mario Mercorelli, candidato alla presidenza regionale del Movimento 5 Stelle -, che sia un primo maggio di rinascita e rilancio, per un futuro che non poggi soltanto sulle spalle larghe dei marchigiani, che hanno sempre fatto fronte a tutte le difficoltà in silenzio e con la laboriosità, quali interpreti di quel mondo del lavoro che pone l’Italia al primo posto nel mondo. I marchigiani sono l’esempio concreto di quello slancio tutto italiano». Mercorelli pone l’accento sulla necessità di eliminare la burocrazia per «favorire la ripartenza» e poi parla della necessità di mettere a disposizione di famiglie e aziende misure di sostegno.
Carlo Ciccioli, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia pone l’accento sul fatto che «oggi è la festa di un lavoro che purtroppo non c’è e non c’è mai stata tanta voglia di lavoro come adesso che per alcuni il lavoro è a rischio, mentre per altri non c’è più perché non riapriranno le aziende e sono finite le occasioni di lavoro anche stagionale. C’è grande incertezza, quindi festeggiamo il lavoro che ritorna».
Parla di un primo maggio diverso Francesco Battistoni, senatore e responsabile di Forza Italia nelle Marche. Un primo maggio che «pone l’attenzione sulla sicurezza dei lavoratori e di tutti noi». Poi il pensiero ai lavoratori in prima linea nell’emergenza sanitaria, medici, infermieri e a tutti gli altri operatori sanitari: «Voglio ringraziare, ancora una volta, chi non ha mai smesso di lavorare per salvare il nostro futuro».
«Mai come quest’anno il primo maggio assume un ruolo importante – dichiara il civico Sauro Longhi, ex rettore dell’Università Politecnica delle Marche – . Oggi celebriamo la festa dei lavoratori, una giornata per celebrare il lavoro elemento fondamentale della vita di ogni individuo, così come è sancito dalla nostra Costituzione, che proprio nel primo articolo inquadra in esso le fondamenta di un paese democratico. Fondare uno stato sul lavoro, vuol dire celebrare la fatica, l’impegno e la dignità che il lavoro attribuisce all’essere umano. Proprio in questi giorni – prosegue – abbiamo tutti sperimentato l’impatto dirompente di una pandemia sul mondo del lavoro, sull’economia e ancor prima sulla salute di ogni cittadino. Sono fermamente convinto che anche un evento tragico come questo può esserci di insegnamento, può darci l’occasione di riflettere sul nostro mondo del lavoro e trovare nuovi spunti di crescita, nel rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori e dell’ambiente. Questi due aspetti sono imprescindibili, perché non possiamo pensare alla crescita a discapito dell’ambiente o dei diritti dei lavoratori. Dobbiamo pensare a un modello in cui le infrastrutture agevolino il lavoro – conclude -, in cui la digitalizzazione acceleri i processi produttivi ma non a discapito degli operatori, un modello di crescita sostenibile, una filiera tutelata e verificata che premi le eccellenze locali e dia sostegno all’impresa giovanile e a quella innovativa. Il futuro è nostro, costruiamolo per non lasciare indietro nessuno».
«Il primo maggio resisterà anche al virus – dichiara Massimo Montesi, coordinatore regionale di Articolo Uno -. Ma certo in questi giorni drammatici, con l’emergenza ancora in corso, dovremmo acquisire delle consapevolezze in più. Il rapporto tra noi e l’equilibrio globale mondiale. Sempre più ed inesorabilmente verso un punto di non ritorno. Non in grado di garantire il futuro. Dentro ci sta in pieno il tema del lavoro, dei diritti, della distribuzione delle risorse, non infinite. Delle risorse da destinare ai beni pubblici in grado di garantire l’uguaglianza, primo fra tutti il diritto alla salute. Il lavoro, un lavoro in sicurezza, che non metta a rischio la salute. Bisogna scegliere, da che parte stare, dalla parte del lavoro. L’unico strumento per dare dignità e libertà alle persone. Anzi dei lavori, che sono frammentati e diversi. Da ricomporre e farlo tornare ad essere quello strumento. In questi anni, purtroppo è diventato semplicemente una componente del ciclo produttivo, e anche per la non appropriatezza delle azioni di governo e sindacale. Trasformato cosi, per tanti giovani, per tanti precari, per intere generazioni, nell’insicurezza, nello sfruttamento, nella mancanza di diritti, nella impossibilità di pensare e costruire il proprio futuro. Ripartiamo da un impegno e le forze sociali e politiche della sinistra devono assumere questo orizzonte nelle proprie azioni: rimettere al centro il lavoro, nel nuovo equilibrio sociale e restituire certezze e diritti, a chi ne ha e a chi ancora non ne ha. Buon primo maggio».