ANCONA – È stato siglato questa mattina il protocollo di intesa fra governo e parti sociali per regolamentare negli ambienti di lavoro le misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Coronavirus.
«Il Governo – si legge nel testo – favorisce, per quanto di sua competenza, la piena attuazione del protocollo». Nel dettaglio il documento stabilisce, attraverso 13 punti, che «la prosecuzione delle attività produttive può infatti avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livelli di protezione». Le attività produttive possono ricorrere agli ammortizzatori sociali e al lavoro agile (smart working) e si può prevedere anche la riduzione o la sospensione temporanea delle attività.
«È un protocollo importante perché stabilisce che la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro viene prima di tutto – commenta Daniela Barbaresi segretaria generale Cgil Marche – . Si devono utilizzare tutti gli strumenti possibili per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. Se non ci sono queste condizioni occorre sospendere le attività produttive e ricorrere agli strumenti come la cassa integrazione e gli ammortizzatori sociali per garantire la continuità di reddito ai lavoratori».
Nelle Marche la situazione è complicata «perché da una parte ci sono molte aziende nelle quali non ci sono le condizioni per lavorare mantenendo le distanze – prosegue – e in questa consapevolezza chiudono autonomamente, ma accanto a queste ci sono molte altre realtà in cui la situazione è molto preoccupante e questo ha determinato in qualche modo la reazione forte di alcune categorie come ad esempio la Fiom, perché i lavoratori sono molto preoccupati».
Un accordo importante, sottolinea la Barbaresi anche perché raggiunto tra sindacati, governo, ma anche con le associazioni datoriali fra le quali Confindustria. «Importante questo passaggio che chiama alla responsabilità tutte le parti, perché siamo di fronte ad una emergenza sanitaria che va assolutamente affrontata con l’azione di tutti».
Una emergenza che incide nelle Marche in una regione che era già provata dal sisma: «Da un lato ci sono le province del sud delle Marche colpite dal sisma e ancora alle prese con quel tipo di emergenza – osserva – , e da un lato il nord della regione con la provincia di Pesaro Urbino che è tra le più colpite a livello nazionale. I numeri sono enormi, sia in valore assoluto, sia in rapporto agli abitanti è la sesta provincia più colpita in Italia».
Un dato preoccupante secondo la Barbaresi che impone una riflessione su «quanto riuscirà a reggere il sistema sanitario con questi numeri». «Gli operatori sanitaria stanno compiendo un lavoro letteralmente sovraumano, il primo pensiero va a loro, ma la situazione è veramente pesante perché i numeri dei contagi sono enormi e in continua crescita».
«Noi vigileremo sul rispetto delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro, ma serve anche la necessaria attenzione di tutte le istituzioni a partire dai prefetti che devono essere garanti dell’accordo stipulato dal governo. Poi, naturalmente anche degli organi competenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Abbiamo bisogno di tutto il supporto e che si intervenga tempestivamente perché il tempo è tutto».
Ecco i 13 punti del protocollo: informazioni; modalità di ingresso in azienda; modalità di accesso dei fornitori esterni; pulizia e sanificazione in azienda; precauzioni igieniche personali; dispositivi di protezione individuale; gestione degli spazi comuni (mensa, spogliatoi, aree fumatori, distributori di bevande e snack); organizzazione aziendale (turnazione, trasferte e smart work); gestione degli orari di lavoro; rimodulazione dei livelli produttivi); gestione entrata e uscita dei dipendenti; spostamenti interni, riunioni, eventi interni e formazione; gestione di una persona sintomatica in azienda; sorveglianza sanitaria, medico competente, Rls; aggiornamento del protocollo di regolamentazione.