ANCONA – Agevolare nelle vendite i negozi di generi alimentari e i ristoranti in questa complicata fase economica dovuta all’emergenza coronavirus. È con questo obiettivo che il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha emanato questa mattina (28 aprile) una nuova ordinanza che modifica gli orari di apertura dei negozi di vicinato e quelli previsti per l‘asporto nei ristoranti. Gli accessi contingentati, infatti, causano spesso e volentieri file davanti ai negozi, rendendo il momento della spesa più complesso.
In base alla nuova ordinanza, in vigore dalla mezzanotte di ieri, i negozi di vicinato (di generi alimentari) potranno restare aperti dalle 8 alle 21 invece l’attività di asporto per i ristoranti sarà consentita dalle 7.30 alle 22. Insieme all’asporto di cibo è consentito anche quello delle bevande e l’ordinanza siglata da Ceriscioli consente l’asporto anche nella giornata del primo maggio. Prevista anche la possibilità del take away direttamente in auto: il ristoratore in questo caso potrà consegnare il cibo e le bevande da asporto senza la necessità di dover far scendere il cliente dal veicolo, evitando in questo modo assembramenti all’interno del locale. Una possibilità prevista sia per quei ristoranti già attrezzati per questo servizio, per quelli che dispongono di un parcheggio adiacente, ma anche per chi vorrà approfittare di questa ulteriore opzione.
Soddisfatto il direttore di Confcommercio Marche Massimiliano Polacco che vede ascoltate le richieste dei commercianti. «La Regione ha accolto le nostre richieste – evidenzia – inclusa quella di collegare l’asporto di cibo con quello delle bevande, non previsto in Toscana, ma che qui nelle Marche è stato superato dall’ordinanza». Ma ad essere ascoltata, come evidenzia Polacco è stata anche la richiesta di consentire l’asporto drive, ovvero senza scendere dall’auto.
Una situazione, quella del commercio, che è di grande sofferenza, con la sola eccezione dei settori che sono potuti rimanere aperti come i negozi di generi alimentari, mentre per gli altri «stiamo arrivando a 3 mesi di chiusura» evidenzia Polacco. Incomprensibili per il presidente di Confcommercio Marche le tante chiusure ancora imposte. «Nei negozi di abbigliamento per bambini che hanno potuto già riaprire nei giorni scorsi, non ci sono stati problemi – osserva – non capiamo questo modo di operare deciso dal Governo, mentre dobbiamo ammettere che la Regione ci sta ascoltando con molta attenzione».
Fra i settori più in crisi dal lockdown, Polacco annovera gli esercizi pubblici e i negozi di abbigliamento (per adulti) che sono ancora chiusi, ma che devono comunque fronteggiare le spese di gestione dell’attività incluse quelle per gli investimenti stipulati. «La situazione è di grossa difficoltà, stiamo parlando di migliaia di dipendenti che forse non verranno riconfermati o assunti – precisa – . Abbiamo aziende che hanno fatto investimenti e che sono costrette alla chiusura da tre mesi, come ad esempio quelle della moda, che ricevono richieste da parte dei fornitori di pagamento delle fatture. Non può essere una situazione di questo tipo». Fra le soluzioni la vaglio con la Regione, quelle di trovare finanziamenti a fondo perduto per dare sostegno.