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Coronavirus, si torna sui banchi nelle Marche. Scuole ancora chiuse nel pesarese fino all’8 marzo

Lo ha stabilito il decreto del Governo. Nella provincia di Pesaro Urbino, che è stata inserita fra le zone rosse per il numero di casi di positività al Covid-19, stop alle lezioni per un'altra settimana

ANCONA – Riaprono le scuole in tutte le province marchigiane ad eccezione di quella di Pesaro Urbino che è stata inserita dal decreto varato oggi dal governo, insieme a quella di Savona, fra le zone rosse per il numero di casi di positività al Coronavirus. In pratica da domani (2 marzo) scuole nuovamente aperte nelle province di Ancona, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno. Invece nella provincia di Pesaro-Urbino scuole chiuse e manifestazioni di pubblico spettacolo sospese fino all’8 marzo.

Quindi è stop alle attività didattiche svolte nelle scuole di ogni ordine e grado, alle attività formative (inclusi i master, i corsi professionalizzanti, le università della terza età) ai concorsi. Sospese anche le manifestazioni di pubblico e i concorsi, mentre le attività di ristorazione, bar e pub saranno consentite solamente per i posti a sedere, in modo da evitare assembramenti di persone e rispettando la distanza di almeno un metro.

Oltre alle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, che sono in zona rossa, l’Istituto superiore di sanità ha ritenuto sufficienti i casi registrati nella provincia di Pesaro-Urbino per l’inclusione tra i territori in cui applicare le misure di contenimento restrittive per contrastare la diffusione del Coronavirus.

Al momento nelle Marche i tamponi positivi sono 35. Ad essere sospese nel pesarese sono anche le attività didattiche svolte le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi per le professioni sanitarie, ad esclusione dei corsi per i medici in formazione specialistica e dei corsi di formazione specifica in medicina generale e delle attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie.

Stop fino all’8 marzo anche per gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina in luoghi pubblici o privati. Consentito invece lo svolgimento di eventi e competizioni e degli allenamenti all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse. Vietate le trasferte dei tifosi residenti nelle regioni e nelle province considerate zone rosse.

Sospensione anche le manifestazioni a carattere non ordinario e gli eventi in luogo pubblico o privato, compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali, a titolo d’esempio, grandi eventi, cinema, teatri, discoteche, cerimonie religiose.

L’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro. Musei e altri luoghi di cultura saranno aperti a condizione di evitare assembramenti di persone e in relazione alle dimensioni e alle caratteristiche dei locali aperti al pubblico: per rispettare la distanza tra loro di almeno un metro.

È stop anche ai concorsi pubblici e privati ad eccezione di quelli per il personale sanitario e di quelli in cui i candidati vengano valutazione solo sulla base del curriculum o in via telematica (sospesi gli esami di stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo, e di quelli per il personale della protezione civile).

Le attività commerciali diverse da quelle di ristorazione sono condizionate all’adozione di misure organizzative per evitare gli assembramenti di persone e sempre nel rispetto di un metro di distanza.

Limitazioni anche all’accesso dei visitatori alle aree di degenza, da parte delle direzioni sanitarie ospedaliere e rigorosa limitazione dell’accesso dei visitatori agli ospiti nelle residenze sanitarie assistenziali per non autosufficienti.

Sospesi i congedi ordinari del personale sanitario e tecnico, oltre che del personale le cui attività siano necessarie a gestire le attività richieste dalle unità di crisi costituite a livello regionale. Inoltre secondo il decreto vanno privilegiate nello svolgimento di incontri o riunioni, le modalità di collegamento da remoto con particolare riferimento a strutture sanitarie e sociosanitarie, servizi di pubblica utilità e coordinamenti attivati nell’ambito dell’emergenza Coronavirus.

Nelle restanti province di Ancona, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno restano sospesi fino al 15 marzo i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. Resta l’obbligo per le aziende di trasporto pubblico locale anche a lunga percorrenza di adottare interventi straordinari di pulizia dei mezzi e quello per chiunque abbia fatto ingresso in Italia negli ultimi quattordici giorni dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico, come identificate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (inclusi i Comuni italiani ove è stata dimostrata la trasmissione locale del virus), di comunicare tale circostanza al proprio medico di medicina generale o pediatra di libera scelta.

«Riteniamo importante – ha affermato il presidente Luca Ceriscioli – l’affermazione del principio di applicazione delle misure di contenimento su base territoriale, che rende omogenei i criteri per tutta Italia. È ciò che avevamo chiesto sin dall’inizio. Il governo ha stabilito zone e restrizioni relative con lo strumento di legge non sono più previste ordinanze della regione, ovvero le misure sono immediatamente operative».