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Coronavirus, scuole chiuse e famiglie in crisi per i compiti. I consigli degli esperti

La chiusura delle attività scolastiche sta mettendo a dura prova le famiglie alle prese con i compiti e la gestione dei figli piccoli. Abbiamo chiesto consiglio agli esperti, ecco cosa ci hanno detto

Scuola

ANCONA – Lo stop delle attività scolastiche per limitare la diffusione del Coronavirus sta mettendo a dura prova le famiglie alle prese con la gestione dei figli piccoli e dei compiti. Nonostante la paura del contagio, le chat delle scuole sono bollenti per la difficoltà di alcuni genitori di organizzarsi dovendo comunque lavorare. Per chi non può contare sul supporto dei nonni, bisogna orientarsi sulle baby sitter e con alcuni stipendi può essere dura. Certo, lo smart working può venire in soccorso, ma non per tutti, per molti infatti le difficoltà pratiche sono numerose, con l’aggiunta del fatto che una volta tornati a casa dopo una giornata intera di lavoro bisogna anche seguire i figli nei compiti. Una questione che riguarda soprattutto chi si trova ad avere un bambino che frequenta la scuola primaria, mentre già per le famiglie con studenti dalle medie in su è tutto più “easy”.

Come risolvere la questione? Lo abbiamo chiesto ad insegnanti ed esperti. «Noi insegnanti ci siamo organizzate per assegnare i compiti tramite la rappresentante di classe, con email o WhatsApp, in modo che i bambini li possano portare avanti in autonomia», spiega Elisa Montecchiesi, insegnante della scuola primaria Mazzini di Castelfidardo. L’insegnante spiega di comprendere il momento di difficoltà organizzativa attraversato dalle famiglie e che proprio per questo hanno previsto di assegnare agli alunni «pochi compiti ma ogni giorno». «I compiti sono importanti per non perdere il ritmo. Si tratta di esercitazioni di ripasso e consolidamento degli argomenti svolti finora, strutturate per essere portate avanti in autonomia dal bambino, così come avviene quotidianamente con i compiti assegnati per casa durante l’anno scolastico».

Foto di NeiFo da Pixabay

Insomma parola chiave autonomia, sia per responsabilizzare gli studenti che per facilitare la gestione ai genitori. «Ma la difficoltà maggiore sarà al rientro – osserva la docente – cercheremo di tamponare il rallentamento venutosi a creare con la chiusura delle scuole. La speranza è quella di tornare alla normalità nel migliore dei modi e il prima possibile. Sarà sicuramente così con la collaborazione di tutte le parti».

Secondo Annunziata Brandoni, pedagogista, insegnante e preside in pensione, «le maestre dovrebbero registrare dei piccoli video con delle brevi spiegazioni all’argomento per poi postarli sulle chat. Inoltre le schede assegnate dovrebbero essere autocorrettive, così che il bambino possa vedere alla fine dell’esercizio le risposte giuste per autocorreggersi. Via libera dunque alla tecnologia, come spiega la professoressa Brandoni, dal momento che basta un semplice smartphone. Oltretutto la tecnologia è molto gradita ai bambini e una soluzione può essere anche quella di un party su Facebook.

Annunziata Brandoni, pedagogista, insegnante in pensione ex preside, scrittrice

«È l’unico modo per affrontare l’emergenza – prosegue – . Oggi ci sono le possibilità sia grazie a Skype che con gli smartphone. Basta un video di una decina di minuti, non di più perché poi l’attenzione dei bambini diminuisce, l’importante è riuscire a trasmettere gli elementi essenziali della lezione. In questo modo è possibile non solo portare avanti esercizi di consolidamento, ma anche andare avanti con il programma».

Il pedagogista Filippo Sabattini

Per il pedagogista Filippo Sabattini fondamentale è anche la gestione emozionale del bambino che «viene prima dello stare al passo con i compiti» per evitare di far entrare i più piccoli in una spirale di ansia legata all’emergenza da Coronavirus che «può generare anche in loro un po’ di agitazione». 

In questa fase la presenza emozionale del genitore è importantissima così come quella di mantenere quegli elementi di routine che rassicurano e che consentono ai bambini «di gestire l’imprevedibilità e la comprensibile  ansia rispetto agli aspetti organizzativi». Importante «non drammatizzare questo momento di pausa perché la capacità di apprendimento dei bambini va oltre la sospensione delle attività didattiche. Sapranno tranquillamente recuperare». 

Il pedagogista invita le famiglie «a soffermarsi su attività piacevoli per i bambini, come la lettura e la visione di un cartone animato da guardare insieme. “Coco” e “Inside out” possono essere cartoni animati da cui può partire una riflessione o che possono offrire spazio a domande emotive. È importante, quando le scuole sono chiuse, impegnare i bambini in attività alternative, portarli al parco, farli giocare con qualche amico. Insomma, non occorre vivere in un isolamento domestico a meno che non ci siano condizioni di salute particolari. I bambini avranno tutto il tempo di recuperare se mantengono una condizione di benessere emotivo e relazionale. Importante mantenere dei ritmi quotidiani attivi dedicando magari la mattina al recupero di compiti inviati dalla scuola, in modo da creare l’occasione per vedere il grado di autonomia acquisito dai bambini». 

«Evitare – conclude – di far vedere troppo telegiornali o guardare sui social le notizie per non creare un eccesso di morbosità e favorire un sano processo di distrazione che permette di mantenere il bambino fuori da un’ottica di allarme».