ANCONA – Il tesoretto di Simone Bonci ancora sotto sequestro, patteggiamento a rischio per il geometra infedele del Comune di Ancona accusato di corruzione aggravata nell’inchiesta “Ghost jobs” della squadra mobile.
Un’indagine venuta a galla a novembre 2018 e dove l’ex dipendente comunale è accusato di aver pilotato appalti di lavori pubblici a ditte amiche e aver facilitato il pagamento alle stesse di lavori mai eseguiti o in parte fatti in cambio di varie utilità come cellulari, telecamere, un portone blindato e un bagno. La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del Riesame e quella del dissequestro di 33mila euro emessa dal gup Francesca De Palma in favore di Bonci. Una cifra che era nei conti correnti del geometra e che avrebbe utilizzato per formalizzare il patteggiamento nell’udienza preliminare fissata per lunedì prossimo. Il rito alternativo infatti è vincolato al risarcimento del danno arrecato al Comune, circa 42mila euro, pari all’importo del denaro intascato da Bonci (i 10mila euro mancanti li avrebbe sempre messi il geometra). Senza i soldi in sua disponibilità il patteggiamento con ogni probabilità non potrà essere fatto ma si definirà meglio nell’udienza di lunedì.
«Situazione processuale unica – commenta l’avvocato Riccardo Leonardi, difensore di Bonci – tutto poteva accadere. Non si registrano precedenti. Si vedranno in udienza lunedì gli sviluppi».
Ad impugnare la decisione del Riesame in Cassazione, che è stata discussa martedì ma l’esito è stato reso noto ieri pomeriggio, davanti alla sesta sezione penale, era stato il pm Ruggiero Dicuonzo. La Procura era ricorsa al Riesame per bloccare il dissequestro in quanto la cifra spetterebbe allo Stato mentre rientrando in possesso di Bonci il denaro verrebbe restituito al Comune (insieme ad un altro assegno da 10mila euro che era già pronto per essere staccato). La difesa del geometra, gli avvocati Riccardo Leonardi e Lorenza Marasca, avevano in subordine fatto richiesta anche di abbreviato per il loro assistito.
L’udienza preliminare di lunedì, ore 10.30, servirà anche per decidere sui patteggiamenti di due dei cinque imprenditori finiti sotto inchiesta, Marco Duca di Cupramontana e Carlo Palumbi di Teramo della ditta Procaccia & C, e per decidere sul rinvio a giudizio o meno degli altri tre imprenditori che non hanno per ora fatto richieste di riti alternativi.