ANCONA – Crescono i contagi e cresce parallelamente la paura di infettarsi con il coronavirus. Negli esercizi commerciali la flessione di clientela si fa sentire e fa paura ai commercianti per le perdite economiche che vanno a sommarsi a quelle già registrate durante il lockdown. Ma non in tutti i negozi e le attività il quadro è lo stesso, anche se uscendo in pieno centro ad Ancona non si può fare a meno di notare che c’è meno passeggio.
«È vero c’è più paura, ma c’è anche la voglia di andare avanti – spiega Daniela Mussone, titolare del negozio di abbigliamento Babuska al centro di Ancona -, i miei clienti continuano a venire, forse perché non siamo in un centro commerciale e quindi bene o male non c’è folla, c’è distanziamento e sicurezza e si lavora molto anche su appuntamento. In giro però c’è meno gente e sabato scorso c’era il parcheggio in Piazza Pertini vuoto, ci saranno state dentro 50 macchine, vuol dire che il terrore c’è. Vediamo cosa succederà nei prossimi giorni perché i contagi sono esplosi nel weekend».
Secondo la commerciante un nuovo lockdown non è praticabile occorre piuttosto «convivere e vivere con il virus, con responsabilità, rispettando le regole». «In estate abbiamo visto situazioni di piena libertà dimenticandosi completamente del virus e queste sono i risultati – prosegue – serve serietà da parte di ognuno di noi, perché il virus non scomparirà da un giorno all’altro, ma che dobbiamo fare, chiudere tutto? Dobbiamo morire di fame? Bisogna convivere con questa patologia e tutelarsi», indossando la mascherina, rispettando il distanziamento e l’igiene delle mani. Insomma parola chiave: prevenzione.
«C’è stato un calo di affluenza negli ultimi giorni, un 50% in meno rispetto alla settimana scorsa, paura o precauzione la differenza c’è e c’è meno passeggio anche nella Galleria, non solo meno ingressi nei negozi» spiega Simona Cesaroni, responsabile del punto vendita Motivi al Centro Commerciale Conero di Ancona. Minori ingressi che si traducono in diminuzione in termini di fatturato anche perché «con le restrizioni imposte alle cerimonie» i negozi di abbigliamento lavorano di meno e «anche se non ci sarà un vero e proprio lockdown dal governo la nostra categoria risente moltissimo di questo calo». Una paura palpabile, quella del contagio, fra i clienti dei negozi, tanto che come spiega la responsabile di Motivi «quando ti interfacci con il cliente l’argomento pandemia inevitabilmente viene sempre fuori: le persone sono preoccupate per il futuro economico, per le scuole e per la salute».
Flessione anche nelle parrucchierie dove il calo oltre ad essere legato alla paura di infettarsi, scaturisce «anche alla mancanza di soldi: la cassa integrazione non è ancora arrivata a tutti e le persone devono fare i conti con le loro tasche – spiega Antonella Basile, responsabile del negozio Jadis del Centro Commerciale Conero di Ancona -. Il calo però c’era già stato con i protocolli di sicurezza in occasione della riapertura dopo il lockdown, che hanno ridotto sensibilmente le postazioni di lavoro per assicurare il distanziamento sociale, se prima la capienza era di 10 persone ora è di 4».
«Al momento il lavoro procede – spiega Beatrice Capogrosso, titolare del Beautystudio e OM benessere energia movimento di Osimo -: dalla riapertura di certo i ritmi sono più lenti per evitare il più possibile l’incontro fra le clienti. Abbiamo notato che molte persone vivono nella paura, ma anche che altre hanno sempre di più il bisogno di concedersi una coccola che allenta lo stress del momento». Insomma c’è paura, ma anche voglia di normalità che porta tante persone non solo verso le prestazioni estetiche, ma anche verso «lo joga o le danze orientali e tutte le altre attività olistiche che offriamo ogni giorno rispettando i protocolli di sicurezza».