ANCONA – Se nella prima fase dell’emergenza sanitaria da Coronavirus e durante il lockdown i marchigiani, e gli italiani più in generale, hanno aumentato i loro risparmi, ora con la nuova fase emergenziale sono due gli scenari che si stanno aprendo: una parte della popolazione, quella che ha un impiego stabile, per il quadro di incertezza attuale e il timore di cosa potrà accadere in futuro, sta cercando di “mettere da parte” il più possibile, mentre chi il lavoro lo ha perso o lo ha precario (e vede il reddito ridotto), o non ha ricevuto la cassa integrazione, sta intaccando i risparmi accumulati in passato.
Nella giornata mondiale del risparmio, è questo il quadro della situazione che si presenta ai tempi del covid nelle Marche, in linea con quanto accade anche nel resto del paese. A delineare cosa sta accadendo è il professor Mauro Gallegati, docente di Economia all’Università Politecnica delle Marche, allievo di Giorgio Fuà ed Hyman Minsky, oltre che visiting professor in diverse università, tra le quali Stanford, Mit e Columbia.
«L’Italia è un paese che ha sempre risparmiato – spiega l’economista -, forse solo il Giappone è paragonabile all’Italia, anche se in questa fase si dovrebbe spendere più che tendere all’accumulo, per aiutare l’economia».
Oggi, tra le forme di risparmio predilette non ci sono quelle bancarie, né postali, minate da crac bancari, come quello di Banca Marche e dagli scarsi rendimenti: i marchigiani, come gli italiani del resto, si orientano di preferenza sul “mattone”. Le abitazioni sembrano garantire una maggiore sicurezza rispetto alle altre forme di rendimento. «Ormai da 10 anni i tassi di interesse dei depositi bancari o postali sono molto vicini allo zero – evidenzia – e questo non stimola a depositare soldi in banca».
Secondo l’economista, in uno scenario come l’attuale, «l’Europa dovrebbe emettere bond, garantiti dalla Banca Centrale, per il Green New Deal, in modo da sfruttare un periodo in cui i tassi di interesse sono veramente bassi». Una occasione buona anche «per cambiare il modo di produrre, passando da produzioni a base fossile a quelle rinnovabili». E i soldi per fare questo salto di qualità ci sono, secondo Gallegati, dal momento che «in Italia i risparmi valgono 3 volte il pil nazionale: ci sono tanti soldi risparmiati e anche le Marche sono in linea con il dato nazionale». Insomma secondo l’economista, il covid deve essere l’occasione per invertire la rotta sul fronte del risparmio.
«Temo che l’ondata del virus richiederà misure più restrittive – sottolinea l’economista -, l’errore grande che è stato fatto in questi mesi è quello che dalla fine del primo lockdown ad oggi non ci siamo preparati: si potevano fare alcune chiusure selettive, che non sono state nemmeno valutate».
Cosa potrebbe costare secondo una nuova chiusura all’Italia? «Dipenderà molto dagli aiuti europei – spiega – invece di prendere il Mes, si potrebbe ricorrere al Sure, ovvero il fondo per la disoccupazione, finalizzato in parte alle spese sanitarie. Però se una persona lavora in maniera regolare è possibile aiutarla, mentre se lavora in nero è quasi impossibile far arrivare i sostegni: il sud è ricco di lavoro sommerso e anche le Marche hanno la loro quota. Per questo motivo si potrebbe pensare ad un reddito di base, indipendentemente dall’occupazione delle persone, per cui se una persona è povera viene aiutata. Secondo alcune stime oltre il 30% degli europei sono a rischio povertà. Questo è un grande problema, credo che pandemia e blocchi ce li porteremo dietro fino a Natale».