ANCONA – «Abbiamo diritto di essere ricollocati in zona gialla». Nella giornata in cui arriverà il “verdetto” sui cambi di zona delle regioni, in base al livello di rischio pandemico, l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini chiede che le Marche tornino gialle. Una richiesta che trae il suo fondamento dal miglioramento della situazione generale della curva pandemica.
«L’indice Rt è a 0,88, più basso della settimana precedente» quando era a 0,98, spiega l’assessore, evidenziando che anche i parametri relativi al grado di pressione sulle strutture ospedaliere si è ridotto. «Il livello di occupazione nelle terapie intensive è del 31%», in calo anche questo, visto che la settimana precedente era allo al 35,9%, come in discesa è il pressing in area medica che si attesta «a poco più del 40%».
Il livello considerato critico per quanto riguarda l’occupazione delle terapie intensive è fissato al 30%, mentre quello in area medica al 40%, per cui le Marche sono solo lievemente al di sopra, ma va precisato che nel processo di definizione della collocazione delle regioni in base alla fascia di rischio, ovvero la colorazione che assumeranno, vanno ad influire 21 parametri, fra i quali c’è anche l’indice Rt: non è chiaro però nella valutazione di questi elementi quale sia il più decisivo.
Oggi la cabina di monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità, deciderà il destino delle regioni italiane e con esso le misure che saranno inevitabilmente applicate con risvolti sull’economia dei territori e sui livello occupazionali. L’assessore evidenzia che sul territorio c’è forte preoccupazione per le chiusure legate alle restrizioni.
«Noi contrariamente ad altre regioni che vivono di agricoltura e turismo estivo, viviamo di manifattura, non possiamo stare fermi – afferma – ci devono dare il vaccino. Siamo l’unica regione in Italia in grado di somministrare 200mila vaccini in un mese, lo abbiamo dimostrato con lo screening di massa, dove in un mese abbiamo fatto 200mila tamponi, non sono numeri che inventiamo, siccome per fare il vaccino ci vuole la metà del tempo, siamo in grado di farlo».
Secondo Saltamartini con l’invio delle forniture «siamo in grado di arrivare subito alla vaccinazione di tutte le categorie che ne necessitano e ripartire, perché questa storia infinita non va bene». La maggior parte delle imprese marchigiane sono piccole realtà del manifatturiero, spesso a conduzione familiare, e non sono sparuti i casi in cui un intero nucleo familiare finendo in quarantena ha dovuto bloccare per 10 giorni la sua attività.
Una situazione che preoccupa anche dal punto di vista della tenuta sociale, come aveva evidenziato nei giorni scorsi anche il governatore Francesco Acquaroli, che aveva scritto una lettera al Ministro Speranza, missiva che non ha avuto ancora alcun riscontro, come spiega Saltamartini.
«La Cgia di Mestre ha parlato di una perdita di 423miliardi per le imprese italiane nel 2020» a fronte di ristori non sufficienti secondo l’assessore (29miliardi): se il governo «non è in grado di dare ristori deve riaprire, visto che gli indici sono questi. Se c’è una emergenza richiudiamo, ma in questo momento non c’è l’emergenza e non si può tenere tutto fermo: il rischio è che muoiano tante piccole e piccolissime imprese, solo i dipendenti delle pubbliche amministrazioni e i politici stanno bene, ma gli altri che fanno?».
Il punto secondo l’assessore alla Sanità è che con la pandemia, «dobbiamo iniziare a conviverci. Quello che abbiamo fatto nelle Marche con lo screening di massa, non lo ha fatto nessuno in Italia: abbiamo testato il 20% della popolazione isolando 1.500 positivi». Insomma vaccini per poi procedere ad un allentamento delle restrizioni.
Le Marche sono in zona arancione da due settimana, dopo uno yo-yo, come le altre regioni italiane, che ha fatto oscillare il periodo festivo fra zona rossa, arancione e piccoli “sprazzi” di giallo.