ANCONA – Da martedì 6 aprile le Marche tornano in zona arancione insieme a Veneto e Provincia Autonoma di Trento, ma intanto da oggi a lunedì 5 aprile tutta l’Italia sarà in zona rossa. Scuole e attività si preparano a riaprire.
Mentre alcune attività, come parrucchieri, estetiste e altri esercizi commerciali, scaldano i motori in vista delle riaperture, ci attendono altre giornate all’insegna delle restrizioni.
Durante le feste pasquali però sono concesse alcune deroghe: il 3, 4 e 5 aprile, ci si potrà spostare una sola volta al giorno all’interno dei confini regionali per recarsi a trovare parenti e amici. Uno spostamento concesso solo dalle 5 alle 22 a due adulti, più minori di 14 anni e persone non autosufficienti o disabili conviventi.
Intanto nelle Marche da due settimane è in corso una lenta flessione dei contagi, come spiegano gli esperti dell’Osservatorio epidemiologico della Regione Marche, e l’indice Rt si piazza ad 1,04 (da 1,15 della settimana precedente).
Nell’ultima settimana sono stati registrati complessivamente 1.054 casi in meno rispetto a quella precedente e mediamente sono 234 i contagi su 100 mila abitanti. Solo i numeri della provincia di Ancona restano alti e superano il valore che fa scattare la zona rossa (250 contagi su 100 mila abitanti) registrando 254 contagi ogni 100 mila abitanti. Da evidenziare che sono in calo i contagi rilevati negli ambienti di lavoro, mentre crescono quelli in ambito familiare.
SCUOLE
Dal 7 aprile gli studenti marchigiani torneranno sui banchi di scuola fino alla terza media, mentre per le superiori resta la didattica a distanza. Un rientro molto atteso dagli studenti e dalle famiglie. Gli studenti marchigiani non saranno sottoposti ai tamponi prima del rientro, mentre la Regione Marche con tutta probabilità indirizzerà gli istituti superiori ad optare per la didattica a distanza al 50% e non al 75%.
Una indicazione che punta a ridurre la possibilità di circolazione del virus tra gli studenti nella fascia d’età dove nei mesi scorsi si erano registrati il maggior numero di casi positivi (dai 14 ai 18 anni).
«Meglio il 50% che niente – commenta Lidia Mangani del Comitato Priorità alla Scuola Marche – tuttavia visto che le superiori sono state le più penalizzate, e gli studenti sono andati in presenza solo per due mesi, è importante che rientrino non solo per le prove delle verifiche e per gli scrutini, visto che si avvicina la fine dell’anno scolastico, ma anche e soprattutto per l’apprendimento e la socializzazione, per ritornare al vivere nella normalità».
Positivo, spiega, la ex preside, che «le Regioni non potranno fare di testa loro, una conquista frutto delle vertenze portate avanti dai genitori con i ricorsi a Tar che hanno dato ragione ai ricorrenti».
La richiesta del Comitato è quella di riaprire al 75% le superiori puntando «sugli screening che chiediamo da un anno e investendo sul trasporto: le chiusure devono avvenire solo dove ci sono i cluster e non in maniera indiscriminata».