ANCONA – «Da figura istituzionale territoriale preferisco non commentare quelle che sono le possibili evoluzioni nazionali però credo sempre che in democrazia, quando non c’è certezza bisogna ridare la parola agli elettori». Il governatore Francesco Acquaroli ha commentato così le dimissioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, rassegnate ieri mattina, con il premier che ha rimesso la crisi di governo in mano al Capo dello Stato Sergio Mattarella. Preso atto della mancanza di una maggioranza, Conte ha passato la palla a Mattarella che questo pomeriggio darà avvio alle consultazioni, ma intanto il premier punta diretto ad un Conte Ter.
Il presidente Regionale Francesco Acquaroli sollecitato dai giornalisti sulla crisi, a margine della seduta del Consiglio ha aggiunto che lo scenario che si apre «è imprevedibile», come era «imprevedibile una crisi in piena pandemia o meglio era prevedibile ma si sperava prevalesse il senso istituzionale in un momento così complicato».
Parla di «crisi inopportuna» il capogruppo consiliare dei dem Maurizio Mangialardi che sottolinea come debba «essere risolta in Parlamento» dove è nata, «possibilmente con il reincarico al presidente Conte e con una maggioranza più forte e saldamente ancorata ai valori dell’europeismo». L’obiettivo del Conte Ter, secondo Mangialardi, deve essere quello di «programmare l’investimento delle ingenti risorse previste dal Recovery Fund, da cui passa il futuro del nostro Paese. Del resto non dimentichiamo – conclude – che quelle risorse sono frutto dell’autorevolezza con cui proprio il governo guidato dallo stesso Conte ha portato avanti la trattativa con gli altri Paesi dell’Unione Europea, sfociata poi nello storico accordo del luglio scorso».
A commentare è anche il capogruppo di Fratelli d’Italia, Carlo Ciccioli: «La politica in questi ultimi tempi è molto liquida, ma credo che Conte non riprenderà il mandato. Mi dicono che siano forti le quotazioni di Franceschini (Pd, ndr) oppure un tecnico, con un accordo semi largo Pd, Lega e Forza Italia e all’opposizione Fratelli d’Italia e 5 Stelle». Un accordo che però non piace al partito della Meloni perché come spiega Ciccioli «noi puntiamo sul centrodestra, ma l’ipotesi delle elezioni anticipate è una strada molto tortuosa e difficile, e in questo Parlamento i deputati non la vogliono in quanto in molti andrebbero a casa, e questo ha il suo peso».
Il consigliere regionale della Lega Mirko Bilò afferma che «in questa fase così complessa di pandemia e con una crisi economica da affrontare è fondamentale non perdere tempo. Al Paese serve un governo forte, in grado di risolvere i tanti problemi innescati e quelli resi più evidenti dal covid, di portare a casa le risorse del Recovery Fund, non si può più pensare di mettere pezze ad un governo che non ha più i numeri per traghettare l’Italia».
Secondo Bilò il tema centrale non è quello di “rimpiazzare” il governo, prioritario è «risolvere i problemi e affrontare le questioni urgenti» e per fare questo afferma che sono due le strade possibili: «Se il governo ha i numeri faccia il suo lavoro per mettere a segno gli obiettivi più importanti per il Paese, altrimenti si deve andare ad elezioni anticipate per restituire la parola agli italiani e avere finalmente un governo forte che possa lavorare per risolvere i tanti nodi».