ANCONA – Richiamato dall’agente ad entrare in cella gli sferra un pugno dritto in faccia e lo fa finire in ospedale con 4 mesi di prognosi. Setto nasale e denti rotti. A processo per lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale un tarantino di 54 anni che si trovava in carcere a Montacuto per scontare una condanna per altri reati. L’aggressione è del 29 novembre 2014. I detenuti erano usciti sul cortile, per la passeggiata all’aria aperta, e quando è stato il momento di rientrare il tarantino avrebbe risposto con il cazzotto contro il poliziotto.
In aula oggi, davanti al giudice Alberto Pallucchini, ha testimoniato l’agente di polizia penitenziaria, un 36enne di Campobasso, che dopo il colpo era stato medicato prima al pronto soccorso di Torrette con 20 giorni di prognosi e poi all’ospedale della città di appartenenza, in Molise, che aveva riscontrato gravi lesioni portando la prognosi fino a 168 giorni.
«Era finito il tempo del passeggio – ha testimoniato il secondino, rappresentato dall’avvocato Ennio Tomassoni – e il detenuto era l’unico a non essere rientrato. Aveva rallentato il passo così gli ho detto più volte “È pregato di rientrare”, ma lui nulla. Non avevo avuto nessuna percezione che stesse per aggredirmi. Invece sono finito in ospedale con 168 giorni di prognosi».
Stando all’accusa il detenuto gli ha sferrato il pugno in pieno viso, facendolo cadere a terra tramortito. Il trambusto ha fatto intervenire subito un collega della guardia e poi un altro agente ancora. Il primo accorso sul posto è stato sentito sempre oggi in tribunale, come teste dell’accusa. «Ho trovato il collega a terra – ha riferito – perdeva sangue dalla bocca. In due abbiamo portato via il detenuto che opponeva resistenza. Ho rischiato di essere colpito anche io». L’udienza è stata aggiornata all’11 ottobre.