ANCONA – Sono 5 le linee di intervento previste nel Decreto Sostegni varato il 19 marzo dal governo Draghi, di cui la più significativa conta 11 miliardi diretti alle imprese che hanno subito perdite di fatturato superiori al 30% nel 2020 rispetto all’anno precedente.
Un decreto da 32 miliardi, 11 dei quali andranno alle imprese con i primi pagamenti dall’8 aprile. Previsti aiuti per le imprese in difficoltà, proroga della Cassa integrazione, risorse per l’acquisto di vaccini e farmaci e interventi in favore degli enti locali.
Tra le principali novità introdotte c’è anche lo stralcio delle vecchie cartelle esattoriali fino a 5 mila euro relative al periodo tra il 2000 e il 2010 (per chi rientra nel tetto di reddito di 30 mila euro), mentre rate e nuove cartelle esattoriali sono sospese fino al 30 aprile. Una sanatoria ad hoc sarà riservata alle partite Iva in difficoltà.
Inoltre per il sostegno alle imprese è previsto un intervento di riduzione dei costi delle bollette elettriche per i mesi di aprile, maggio e giugno. Un intervento che vale 600 milioni.
IMPRESE E LAVORATORI
Per quanto riguarda i contributi a fondo perduto previsti, questi andranno da un minimo 1.000 euro per le persone fisiche (2.000 per le persone giuridiche) a un massimo di 150 mila euro, e saranno erogati a imprese e titolari di partita Iva con fatturato fino a 10 milioni (con perdite del 30% sull’ammontare medio mensile del fatturato 2020 rispetto al 2019) tramite bonifico o credito d’imposta.
Il decreto prevede 5 diverse fasce di sostegni che oscillano da un 20% per le imprese più grandi a un 60% per le più piccole. Gli aiuti coinvolgeranno anche start up e imprese nate nel 2019 e nel 2020. I bonifici saranno erogati dall’Agenzia delle Entrate: per accedere al fondo perduto bisognerà presentare una autocertificazione attraverso una apposita piattaforma messa a punto con Sogei e per le domande ci saranno 60 giorni di tempo.
Lavoratori autonomi e partite Iva riceveranno aiuti che vanno dai 1.000 euro per le persone fisiche ai 3.000 euro per le partite Iva, fino a un massimo di 150 mila euro per le attività con 5 fasce in base al reddito.
200 milioni in più sono previsti per il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura: 100 milioni copriranno la cancellazione di fiere e congressi e altri 150 gli appuntamenti internazionali saltati. Degli 11 miliardi destinati alle attività produttive, 700 milioni sono destinati alla montagna, inclusi i maestri di sci. Il settore del Turismo potrà contare su 1,7 miliardi complessivi.
Per le filiere del wedding e degli eventi, inclusi commercianti e ristoratori dei centri storici, c’è un fondo da 200 milioni, le cui risorse saranno distribuite dalle Regioni.
I lavoratori stagionali del mondo dello spettacolo avranno un una tantum da 2.400 euro, così come i lavoratori stagionali del turismo, termali e dello spettacolo che hanno perso il posto, mentre il contributo per quelli dello sport varia da 1.200 a 3.600 euro. Il decreto sostegni prevede anche una indennità di 2.400 euro per i lavoratori stagionali e a tempo determinato e di importo variabile tra i 1.200 e i 3.600 euro per i lavoratori sportivi.
CULTURA E SCUOLA
Visto che la pandemia ha inciso notevolmente sul fronte della cultura, il Decreto prevede 300 milioni per la sicurezza nelle scuole e per la Dad, 400 milioni per la cultura, che andranno anche a sostenere cinema e spettacoli dal vivo: dei 400 milioni 200 andranno al mondo dello spettacolo, cinema e audiovisivo, 120 milioni per spettacoli e mostre e 80 milioni per il settore del libro e la filiera dell’editoria.
150 milioni saranno riservati al mondo della scuola, per il recupero delle competenze e della socialità durante il periodo estivo, mentre altri 150 milioni saranno riservati ad ambiti sanitari.
ENTI
oltre 3 miliardi andranno agli enti locali: 260 milioni per Regioni e Province autonome, 800 milioni per il Trasporto pubblico locale, 250 milioni copriranno il mancato incasso della tassa di soggiorno, e 1 miliardo le spese sanitarie sostenute nel 2020 dalle Regioni.
CASSA INTEGRAZIONE E REDDITO DI CITTADINANZA
Prorogata la cassa integrazione covid fino a fine 2021, con uno stanziamento di 3,3 miliardi di euro. Le aziende che hanno la cassa integrazione ordinaria potranno chiedere 13 settimane tra il primo aprile e il 30 giugno 2021 con causale covid (senza contributo addizionale).
Per i lavoratori che non sono tutelati da ammortizzatori ordinari ma hanno l’assegno di solidarietà o la cassa in deroga, saranno concesse al massimo 28 settimane tra il primo aprile e il 31 dicembre 2021 (senza contributo addizionale).
Prorogato lo stop ai licenziamenti fino a giugno 2021 e fino a ottobre per le aziende che usano la cassa integrazione Covid. Rifinanziato con 1 miliardo il reddito di cittadinanza: fino al 31 dicembre non serve aver lavorato 30 giorni nell’ultimo anno per ottenere la Naspi.
PANDEMIA
Per quanto riguarda la lotta alla pandemia, ci sono 4,5 miliardi tra finanziamenti per l’acquisto dei medicinali (700 milioni) per le fiale di vaccini (2,1 miliardi), altri 200 milioni per l’avvio della produzione in Italia, 350 milioni per incluse le spese per le farmacie coinvolte.
Un miliardo sarà destinato alla gestione commissariale e 400 milioni per la logistica. Prorogati al 31 maggio gli Hotel Covid dove vengono ospitate le persone in sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario o in permanenza domiciliare.
IL PUNTO DI VISTA DEI CONSULENTI DEL LAVORO
«Con la pubblicazione imminente in Gazzetta Ufficiale del Decreto Sostegni, ci troveremo a dover rivedere i termini decadenziali della sospensione della riscossione, da parte dell’Agenzia delle Riscossioni, di tutte le entrate tributari e non tributarie derivanti da cartelle, avvisi di accertamento e di addebito aventi scadenza nel periodo compreso fra il giorno 08/03/2020 e 28/02/2021» afferma Chiara Carletti, del Centro Studi Consulenti del Lavoro della Provincia di Ancona.
Prima del nuovo Decreto era infatti stabilito che a far data dall’1/3/2021 sarebbero dovute riprendere sia le rateazioni sospese (anche riproponendo una nuova dilazione entro il 31/03/2021), sia i versamenti legati alla Rottamazione Ter e al Saldo e stralcio. «In particolare per queste ultime due categorie, veniva stabilito il versamento in una unica soluzione delle rate 2020 sospese, il giorno 01/03/2021 – spiega -. A seguito del perdurare dell’emergenza Covid, il nuovo Decreto Sostegni ha però stabilito la modifica di tali termini. In particolare la scadenze del 28/02/2021 per la sospensione della riscossione già presenti a questa data, sono state posticipate al 30/04/2021: bisogna fare però attenzione perché, al comma 3 dell’art 4 del Decreto in esame, viene chiarito che rimangono validi gli atti e i provvedimenti attuati dall’agente delle riscossioni per il periodo compreso fra il01/03/2021 e la pubblicazione del decreto».
A cambiare sono anche i termini per il versamento in un’unica rata delle quote sospese per le definizioni agevolate (Rottamazione ter e Saldo e stralcio), posticipate al 31/7/2021 per quanto non versato relativamente al 2020 e al 30/11/2021 per quanto non versato nel 2021.
Per quanto riguarda lo stralcio delle cartelle esattoriali, la consulente mette in guardia dai facili entusiasmi e puntualizza che i 5 mila euro «sono comprensivi sia del capitale che delle sanzioni, degli interessi e degli oneri di riscossione anche se già compresi nelle Definizioni agevolate (Rottamazioni Ter e Saldo e stralcio). I soggetti interessati da questo annullamento sono solo le persone fisiche o persone giuridiche che nell’anno di imposta 2019 non abbiano dichiarato un reddito superiore ai 30.000 euro. Per conoscere le modalità e le tempistiche con cui avverrà tutta la procedura di annullamento, oltre che la ridefinizione delle rateazioni e delle Definizioni agevolate, all’interno delle quali compaiono questi debiti destinati ad essere annullati, si dovrà attendere, entro 30 giorni dalla Pubblicazione del Decreto, un provvedimento ministeriale ad hoc». Nel frattempo, anche per queste cartelle, si avrà una sospensione dalla riscossione.
Il consulente del Lavoro Michele Donati interviene invece sul fronte degli ammortizzatori sociali e sul blocco dei licenziamenti, temi che hanno animato, e continuano a farlo, gran parte del dibattito tra forze politiche, organizzazioni sindacali di categoria, mondo imprenditoriale e professionale.
In materia di ammortizzatori sociali, il decreto «prosegue la distinzione già operata dalla Legge di Stabilità per l’anno 2021, con la previsione di un ulteriore periodo di massimo tredici settimane per le aziende che hanno accesso alla Cassa Integrazione Ordinaria, fruibili entro il 30 giugno 2021 (attualmente erano previste dodici settimane da spendere entro il 31 marzo 2021), e di massimo ventotto ulteriori settimane per i datori di lavoro che possono accedere agli ulteriori strumenti di sostegno al reddito e operanti nei settori dell’artigianato, del terziario e dei pubblici esercizi».
Per quanto concerne invece il blocco dei licenziamenti, è stato ampliato l’arco temporale di interdizione delle procedure di recesso effettuate dai datori di lavoro. «Anche in questo caso viene prevista una distinzione – prosegue – espressione della rimodulazione degli ammortizzatori sociali per Covid tra le aziende che hanno diritto di accedere alla Cassa Integrazione ordinaria, che non potranno licenziare fino al 1 luglio 2021, e quelle destinatarie degli altri strumenti di sostegno al reddito, per le quali tale orizzonte temporale è spostato al 1 novembre 2021».
Donati spiega che restano valide le eccezioni al blocco che sostanzialmente riguardano i licenziamenti disciplinari, quelli conseguenti alla cessazione dell’attività d’impresa, e quelli gestiti attraverso appositi contratti collettivi da siglare con le organizzazioni sindacali. «In materia di sussidi, sono poi stati rifinanziate le indennità destinate a lavoratori di settori oltremodo colpiti dalle misure volte a fronteggiare il Covid, ed in particolare, turismo (anche per attività stagionali), stabilimenti termali, spettacolo e sport.
Comune denominatore è la presenza di un rapporto di lavoro pari ad almeno trenta giornate nel lasso di tempo compreso tra il 1 gennaio 2019 e la data di entrata in vigore del Decreto Sostegni. La cifra richiedibile direttamente all’Inps è pari a 2.400,00 euro e prevede rigorosi vincoli, primo fra tutti l’assenza di un rapporto di lavoro in essere alla data di richiesta (fatta salva l’ipotesi di rapporti di lavoro a chiamata), così come della percezione di indennità Naspi».
L’indennità riconosciuta non è cumulabile (non può quindi essere raddoppiata) «laddove una stessa persona abbia diritto perché rientrante in più categorie tutelate, e non concorre a formare reddito imponibile ai fini previdenziali e fiscali. Sono inoltre confermate – prosegue Donati – fino al 30 giugno 2021 le particolari tutele per i soggetti fragili e vengono rifinanziate le altre misure (reddito di cittadinanza, reddito di emergenza e reddito di ultima istanza).
Viene infine ribadita e confermata, sempre dalla data di entrata in vigore del Decreto Sostegni, la possibilità per i datori di lavoro di prorogare o rinnovare contratti a termine entro il limite massimo di 24 mesi, anche oltre i primi 12: in questo senso non si tiene conto dei rinnovi e delle proroghe già eventualmente effettuati in base al Decreto Legge 104/2020 e viene quindi data una identica ed ulteriore facoltà alle imprese».