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Via libera agli spostamenti in Emilia Romagna, Ceriscioli e Bonaccini firmano il decreto

I marchigiani residenti in province o comuni a confine, potranno da oggi spostarsi in Emilia Romagna senza bisogno di autocertificazione. La Regione è al lavoro per raggiungere la stessa intesa con le regioni vicine, il provvedimento potrà permettere di andare anche in Umbria, Lazio, Toscana e Abruzzo

Il presidente regionale Luca Ceriscioli

ANCONA – Via libera agli spostamenti fuori regione per le visite ai congiunti. Il presidente regionale Luca Ceriscioli ha firmato il decreto che permette ai marchigiani «residenti in province o comuni collocati a confine tra Marche e altre regioni» di spostarsi anche al di fuori dalla regione senza dover utilizzare l’autocertificazione.

Dopo il via libera ottenuto ieri, 20 maggio, dal Ministro della Salute Roberto Speranza, il governatore ha varato il decreto che consente lo spostamento «previa comunicazione congiunta da parte dei presidenti delle regioni, dei presidenti delle province o dei sindaci dei Comuni tra loro confinanti e ai prefetti competenti» si legge nel decreto.

Con l’Emilia Romagna l’intesa è stata raggiunta e anche l’omologo romagnolo di Ceriscioli, Stefano Bonaccini, ha siglato il decreto. Già da oggi dunque i marchigiani residenti nel pesarese e nell’urbinate potranno recarsi nella provincia di Rimini. Il decreto è infatti in vigore dalle 00.00 di oggi 21 maggio.

Stessa cosa sarà possibile anche verso le altre regioni confinanti una volta che anche gli altri governatori avranno autorizzato con decreto lo spostamento verso le Marche. Per cui se dovesse arrivare l’intesa anche con le altre regioni i marchigiani potranno recarsi anche nella provincia di Arezzo (Toscana), Perugia (Umbria), Rieti (Lazio) e Teramo (Abruzzo). La Regione Marche è al lavoro per accelerare sugli accordi. Un provvedimento utile anche sul fronte turistico, dal momento che la stagione estiva è alle porte.

Con la Repubblica di San Marino gli spostamenti erano invece già consentiti già dal 5 maggio scorso dal momento che Ceriscioli li aveva «assimilati a quelli della Regione Marche» con una specifica ordinanza.