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Accelerato lo smantellamento, deposito ex Auchan verso la serrata

I sindacati lanciano l'allarme sulla situazione in cui versa il magazzino osimano che riforniva i punti vendita del gruppo Sma dopo il passaggio nel sistema Conad. Cresce la preoccupazione per il destino occupazionale dei lavoratori

Il deposito Xpo di Osimo

ANCONA – Brusca accelerazione nello smantellamento del deposito osimano Xpo che riforniva i punti vendita ex Auchan. A lanciare l’allarme sono i sindacati che da tempo seguono l’intricata vertenza scaturita dal passaggio in Conad di negozi, supermercati e ipermercati della catena ex Auchan Retail. Con i progressivi cambi di insegna dei punti vendita, il deposito di Osimo ha visto ridursi al lumicino attività e fatturato. Una situazione aggravata dall’assenza di risposte da parte di Conad e dall’emergenza coronavirus che ha fatto finire in cassa integrazione un terzo dei dipendenti mentre gli altri stanno lavorando in maniera scaglionata su 3 turni giornalieri di una trentina di persone ciascuno.

Ieri poi il colpo di grazia quando 75.000 colli sono stati spediti nei depositi del sistema Conad del nord del Paese da dove andranno a rifornire gli scaffali degli ipermercati già dai prossimi giorni. Cresce dunque la preoccupazione di Filcams Cgil, Fist Cisl e UilTucs Uil per i 100 lavoratori del deposito: il timore è che dopo aver subito una riduzione del 60% dell’orario di lavoro finiscano per rimpinguare le schiere dei disoccupati rafforzate dall’emergenza sanitaria.

Auchan-Conad
Il sit-in dei lavoratori del deposito Xpo di Osimo

Per Filcams Cgil, Fist Cisl e UilTucs Uil il magazzino può costituire un valore aggiunto per la logistica del sistema Conad, una convinzione manifestata più volte con l’azienda che gestisce il magazzino, la Xpo Logistics, ma anche con Conad e con la Regione nel corso dell’incontro che si è tenuto a fine aprile, quando il presidente Ceriscioli si era impegnato ad intervenire direttamente presso il Ministero dello Sviluppo Economico e a convocare un incontro con Xpo e Conad.

I sindacati però non ci stanno e continuano a chiedere con forza che il deposito venga integrato nel sistema di logistica di Conad: «Con l’impegno di Conad Adriatico, di Cia e di Xpo, l’integrazione nella supply chain del gruppo Conad costituirebbe una valida alternativa per l’azienda e per i lavoratori – spiegano unitariamente – . Se l’assenza di confronto continuasse ad essere l’unica strategia aziendale, i lavoratori, le Rsu e le segreterie di categoria valuteranno le azioni da intraprendere nell’assemblea che si riunirà nei prossimi giorni».

«Siamo arrabbiati, allibiti e delusi – dichiara il segretario regionale UilTics Uil Fabrizio Bontà – . Arrabbiati perché non siamo stati coinvolti a sufficienza in un percorso, vista anche la centralità del deposito di Osimo, che non doveva assolutamente avere questo epilogo.
Allibiti perché abbiamo assistito ad uno strano modo di condurre le trattative sindacali: il nostro coinvolgimento, e quello della Regione, ci è parso più una “concessione” dettata dalla Legge che un reale coinvolgimento per addivenire ad una soluzione. Delusi perché ci sono in ballo più di cento famiglie a cui sarà difficile garantire un futuro: situazione aggravata da questa pandemia che, al momento, tiene ancora il Paese sotto scacco. Ma non ci fermeremo qui sicuramente: anche se siamo limitati nel raggio di azione, ricorderemo a Conad che ha uno strano modo di pensare “alle persone oltre le cose”. Adesso speriamo che la Regione resti al nostro fianco per trovare una soluzione degna a queste famiglie».

«Il silenzio purtroppo che è seguito alle innumerevoli sollecitazioni rivolte sia ad Xpo che a Margherita Distribuzione per la ripresa di un confronto che sembrava aver avuto esito positivo in febbraio, quando la delegazione aziendale rappresentata dai legali di Pwc aveva raccolto l’invito dello stesso presidente della Regione a verificare la fattibilità di un piano di recupero del deposito, non lascia dubbi – osserva la segretaria regionale Fist Cisl Selena Soleggiati – . Omettendo ogni confronto con le organizzazioni sindacali sono state infatti impartite disposizioni difficilmente fraintendibili: 75000 colli sono in partenza e in meno di un mese resterà ben poco da lavorare ai 100 dipendenti di Osimo che attendono ancora una conferma ufficiale sui piani futuri. Xpo Logistics ha interrotto ogni comunicazione dopo l’avvio della cassa in deroga che ha ridotto del 60% l’orario di lavoro ai magazzinieri che hanno pagato anche in termini di contagi per garantire l’approvvigionamento dei punti di vendita ancora sotto insegna Simply- Auchan. Quella di escludere il deposito è con tutta evidenza l’ultimo atto di una brutta vicenda. L’operazione di cessione a Conad per le Marche ha comportato un prezzo troppo alto: la chiusura di sede del deposito e i tagli di superficie degli iper hanno lasciato troppi lavoratori senza alcuna opportunità di reimpiego.
Abbiamo richiesto un incontro urgente ad Xpo Logistics e chiederemo a Margherita di ripensare la sua scelta, ma serve un impegno comune e la ripresa del confronto in regione con tutti gli attori, cooperative Conad e anche terzi operatori che possano magari raccogliere l’invito fatto dalla stessa Regione Marche di creare un polo logistico capace di servire il sud e il nord della regione».

«La situazione dei lavoratori del deposito, dopo oltre 12 mesi di trattative e mobilitazioni, si sta concludendo nel peggiore dei modi senza che nessuno delle società interessate abbia avuto l’interesse di trovare delle soluzioni – commenta il segretario Filcams Cgil Ancona Carlo Cotichelli – . Noi pensiamo che il Deposito di Osimo, con le oltre 100 persone che vi lavorano, possa rappresentare una risorsa per Conad e per le Cooperative che gestiscono i punti vendita nella nostra Provincia (Conad Adriatico e Cia).
Per tali ragioni abbiamo chiesto alla Regione, attraverso un ulteriore lettera inviata ieri, di convocare direttamente le cooperative per verificare – una volta per tutte – le reali volontà di Conad. Se tale opzione non dovesse avere seguito, crediamo sia necessario verificare le disponibilità della “filiera della logistica” attraverso quelle piattaforme che sono in espansione strutturale e che operano nel nostro territorio, anche con altri marchi commerciali, e che potrebbero assorbire parte del personale.
Anche se lo svuotamento del deposito è iniziato e la diminuzione della lavorazione dei colli sembra inarrestabile, crediamo ci sia ancora tempo per trovare una soluzione per salvaguardare questa importante realtà».